domenica 13 maggio 2018

Alessandro De Angelis - "Rassegnatevi, Berlusconi dà le carte". Licia Ronzulli all'Huffpost racconta l'emozione del Cav riabilitato


Sul governo avvisa Salvini "Sia coerente o siamo pronti all'opposizione, anche in piazza".


Licia Ronzulli, come ha preso Berlusconi la notizia della sua "riabilitazione"?
Ha ricevuto una telefonata da Niccoló Ghedini. Era circondato da persone e quindi è
 rimasto in silenzio. Ma i suoi occhi però mostravano evidente emozione. Poi è andato
 da sua figlia Marina.
E poi?
Poi come sempre il presidente mantiene il suo self control. Questa mattina gli ho chiesto:
 come si è svegliato dottore oggi? E lui mi ha risposto: con il raffreddore come ieri mattina.
 Sorridendo.
Licia Ronzulli, senatrice, tra gli azzurri è la più vicina a Berlusconi. È ad Arcore, 
appena ricevuta la notizia che il Tribunale di Milano ha annullato gli effetti della Severino. E ora Berlusconi torna candidabile.
Sento una voce emozionata, sbaglio?
Non sbaglia. E non le nego però che l'emozione dei nostri militanti e di tutta Forza Italia è
 grande...
E vorrei sottolineare anche che ci stanno arrivando moltissime testimonianze di 
affetto da parte di cittadini che, pur non essendo stati in passato nostri elettori, hanno 
capito le tante ingiustizie che ha dovuto subire il presidente Berlusconi da quando è sceso 
in politica.
Passo dall'aulico al prosaico. A questo punto, basta che si dimetta un senatore
 qualunque e Berlusconi può subito candidarsi a un collegio e tornare in Parlamento.
Guardi, al momento non è un'opzione sul tavolo, non se n'è parlato. Era in campo ieri e 
sarà in campo domani a prescindere dai seggi. Berlusconi non ha bisogno di una poltrona 
di deputato o senatore per essere un leader. Non ha mai agito per ambizione personale,
 la sua ambizione è far grande l'Italia, restituirle prestigio internazionale, far vivere meglio
 i cittadini e le famiglie italiane. Mi dicono però che in queste ore che ci sarebbe la fila di
 senatori e deputati pronti a dimettersi per permettere a Berlusconi di guidarci in Parlamento.
La fila?
La fila.
E immagino che, quando si tornerà al voto, stavolta il candidato torna ad essere lui.
È una decisione che dovrà prendere lui, quando si voterà nuovamente. Se il Paese, il popolo e le circostanze lo dovessero richiedere, senz'altro non si tirerà indietro.
È pronto.
Come sempre.
Però questa notizia cambia tutto. E ha un evidente impatto sul negoziato in corso per
 formare un governo.
Sulle vicende politiche di questi giorni non cambia niente perché non riguardano noi, visto
 che a tentare di fare il governo sono altre forze politiche.
Beh, insomma, dopo la resa oggi siete più pronti a tornare al voto. Perché il via libera 
di Berlusconi al governo Salvini-Di Maio è stata una resa.
Ma quale resa! È stata la mossa del cavallo. Con una iniziativa intelligente ed inaspettata
 Silvio Berlusconi ha permesso di superare lo stallo in cui era finita la politica italiana.
Però per la prima volta gli è stato imposto un passo indietro. Salvini è riuscito dove
 avevano fallito tutti, da Fini in poi.
È stato un passo in avanti! Berlusconi ha come al solito dato le carte. Se tutti erano in
 attesa della sua decisione è evidente che lo sblocco della situazione è merito suo. Non c'è 
stata alcuna imposizione, ma una riflessione, ovviamente profonda e meditata.
Dica la verità: siete un po' arrabbiati con Mattarella perché non vi ha dato l'incarico.
Se le dicessi di no le mentirei. Sono una persona netta e chiara nella vita e nel lavoro. È
 vero: avrebbe dovuto farci provare. Non tanto per dare una possibilità alle forze politiche
 del centrodestra, quanto per rispetto della volontà espressa dagli elettori che, in
 maggioranza, seppur relativa, hanno premiato la nostra coalizione facendola arrivare 
prima. Aggiungo anche che in Parlamento avremmo ottenuto sicuramente la maggioranza.
Va bene, c'era lo spettro del voto anticipato. Ma che peso hanno avuto le aziende, 
che da sempre sono filo-governative a prescindere?
Nessun peso. Le aziende sono quotate in borsa e partecipate da fondi internazionali 
soprattutto americani, danneggiarle sarebbe da irresponsabili. Non dipendono dalle 
decisioni politiche del presidente Berlusconi. La decisione del presidente è autonoma e 
indipendente da queste dinamiche. Su questo bisogna essere chiari.
Sia chiara.
Ad ogni scelta c'è sempre qualcuno che subdolamente cerca di creare una connessione 
fittizia fra tale decisione e le aziende create da Berlusconi, dalle quali però, bisogna
ricordarlo, si allontanò quando scese in politica. Credo che alcuni, seppure siano in
 minoranza, abbiano ancora un'ossessione contro Berlusconi, e ciò purtroppo inquina il sereno dibattito politico.
Come l'ha vissuta Berlusconi questa scelta di dare il via libera al governo, umanamente
 intendo?
Sereno come sempre. Anche nei momenti difficili ha sempre prevalso la concretezza e il
 pragmatismo. Lui ascolta sempre tutti e poi fa la sintesi, anche sulla base della bussola
 che ha dentro di sé, la cui lancetta punta sempre verso l'interesse dell'Italia e degli
 Italiani. Il travaglio è di altri, magari di qualcuno che, in assenza di motivi e ragioni, non
 sa più cosa scrivere e cosa inventarsi pur di attaccarlo.
Lei che è in assoluto la persona più vicina al Cav cosa gli consiglia adesso?
Gli ho consigliato e gli consiglio di seguire il suo istinto di uomo politico e la sua coscienza
 di cittadino. Berlusconi è l'esempio vivente di chi, per amore del proprio Paese, ha
 lasciato una vita tranquilla di successi imprenditoriali per dedicarsi anima e corpo al bene
 dell'Italia, pagando in prima persona questa scelta, subendo attacchi giudiziari e mediatici 
di ogni tipo dal minuto dopo che è sceso in politica. Berlusconi non ha bisogno di consigli 
per fare la scelta giusta, perché non ha bisogno che qualcuno gli ricordi la sua storia tutta improntata al bene dell'Italia.
Però Ronzulli, lei dice che non cambia nulla. E che resta il via libera al governo 
Di Maio/Salvini, anche ora che è ricandidabile. Insisto: lei dice che non è una resa, ma
 Berlusconi andò in Europa a farsi garante dei moderati di fronte all'avanzata dei 
populisti e ora fa partire un governo benedetto da Farage.
Come dice giustamente lei, Berlusconi è garante dei moderati in Italia, garante dei valori 
di libertà e democrazia cui fanno riferimento milioni di cittadini. Come dicevo all'inizio, 
però, abbiamo dovuto prendere atto di come il capo dello Stato non abbia affidato al 
centrodestra il mandato di formare il governo. Se si fosse formato un governo di 
centrodestra, Berlusconi ne sarebbe stato il garante in Europa.
E qui torniamo a Mattarella.
Il presidente Berlusconi e Forza Italia hanno cercato in tutti i modi di non mandare il
 Movimento 5 stelle al governo e la posizione da noi ribadita in questi giorni è quella che si
 tratta di un esperimento pericoloso, ma responsabilità significa anche cercare di dare una
 soluzione politica e non tecnica a questa crisi. Ricordo sommessamente che Farage è un 
privato cittadino ormai, di benedizione non parlerei.
Ha visto i giornali di centrodestra? Sono molto duri in questi giorni sull'operazione.
Mi pare che siamo stati più critici nei confronti del tentativo di formare un governo tra 
due forze così distanti sui programmi economici, finanziari e sociali. Gli italiani hanno 
capito la nostra lungimiranza politica. Ad ogni modo le critiche, se costruttive, sono 
sempre ben accette perché ci spingono a interrogarci, a fare analisi, a far ritornare il 
centrodestra nel mezzo del dibattito pubblico dopo che per anni si è parlato solo di Pd e 
cinque stelle. Le critiche costruttive rappresentano uno stimolo molto importante al
 confronto.
Ancora non si è capito il vostro atteggiamento verso il governo che nascerà. Ieri 
Berlusconi si è augurato che non parta, tranne poi smentire. Mettiamola così: il
 vostro atteggiamento dipende dal premier che troveranno, se è o meno una figura a
 voi ostile?
A differenza dei nostri avversari politici che hanno spesso pregiudizi nei nostri confronti,
pregiudizi che talvolta sfociano in vera e propria demonizzazione, noi ci facciamo guidare
 dal buonsenso e dalla ragione. Fermo restando che nulla abbiamo a che vedere con un 
governo formato da M5S e Lega, per cui non possiamo votargli la fiducia, se verranno 
attuate quelle riforme previste dal programma di centrodestra con cui ci siamo presentati
 alle elezioni insieme alla Lega e Fratelli d'Italia, non esiteremo a sostenerle. Se invece 
saranno misure dal segno meno, che fanno arretrare l'Italia, allora ci opporremo 
strenuamente.
Le piacerebbe Giorgetti?
Certamente sarebbe un figura adatta, ha grande qualità ed esperienza, ha già ricoperto 
incarichi di prestigio all'interno del Parlamento, quindi ha senz'altro un curriculum 
all'altezza.
Chi si aspetta?
Il nome è impossibile dirlo. Al momento in cui stiamo facendo questa intervista sono sicura
 ci sia molta incertezza. Comunque mi auguro che il premier possa essere qualcuno
 credibile anche a livello internazionale.
Andiamo con ordine: sul voto di fiducia, vi asterrete, non partecipate al voto o votate
 contro? Quale delle tre?
Al momento, non conoscendo neppure il programma e i nomi del premier e dei ministri,
 ed essendo un governo formato da altri, la cosa certa è che non voteremo la fiducia.
Bene. E poi? Valuterete i singoli provvedimenti o si può dire che starete all'opposizione?
Siamo senza dubbio all'opposizione, ma ciò non vuol dire che non valuteremo positivamente quei provvedimenti che riterremo nell'interesse dell'Italia. Capita durante la legislatura che proposte di legge vengano addirittura votate all'unanimità, ovvero da tutte le forze politiche. Essere all'opposizione non significa dire ottusamente No a prescindere, ma saper valutare con attenzione ogni proposta della maggioranza, opponendosi a quelle sbagliate e sostenendo quelle giuste.
Ronzulli, lei è molto abile, ma mi faccia capire. C'è modo e modo di fare opposizione. 
Ricorda i milioni in piazza contro Prodi? Quella era opposizione vera. Ricorda i tanti
 soccorsi a Gentiloni? Quella era finta. A Salvini e Di Maio come la farete?
Guardi che l'opposizione non è una questione che riguarda soltanto i partiti in Parlamento, 
ma anche e soprattutto il popolo. Mi spiego. Se il governo dovesse adottare misure
 antipopolari, sarebbero i nostri elettori a chiederci di scendere in piazza. Il centrodestra 
si è presentato alle elezioni con un programma preciso, per cui se il governo dovesse 
presentare quelle misure, Forza Italia le sentirà proprie e le sosterrà, se invece il governo
 dovesse presentare misure contrarie all'interesse degli Italia e dell'Italia ci opporremo in
 maniera ferma e decisa.
È vero che Marina è la più battagliera nei confronti di questo governo, perché
 l'umiliazione subita dal padre brucia, eccome.
Posso dire, perché ero presente mentre ne parlava con il padre, che Marina, pur non
 volendo assumere ruoli che non le appartengono, condivide totalmente la scelta di non
 rompere la coalizione e ritiene si debba dare vita ad una opposizione che sia attenta e 
costruttiva. Umiliazione subita dal padre? No, non la pensa così, ha ripetuto più volte che
 i veti sono umilianti per chi li pone.
E su questi presupposti l'alleanza con Salvini regge?
L'alleanza regge: questa è soltanto una parentesi, il centrodestra esisteva prima di questo
 governo e ci sarà anche dopo. E che nessuno parli di tradimento.
Ecco Salvini. Si aspetta che, al governo, rappresenti anche i vostri cavalli di battaglia?
Come le dicevo, il programma elettorale del centrodestra è comune. C'è una trattativa in 
corso fra Salvini e Di Maio. Naturalmente quanti più punti del programma del centrodestra
 saranno recepiti nel programma di governo, tanto più saremo soddisfatti. Ma non dipende
 da noi. Al momento non ci aspettiamo nulla, se non di conoscere se si farà questo governo,
 chi lo guiderà, chi saranno i ministri e soprattutto che cosa intende fare.
Mettiamola così: se di Maio si presenta con il conflitto di interessi, anti-corruzione, riforma della prescrizione, si aspetta che Salvini dica "non se ne parla"?
Mi aspetto che Salvini si comporti coerentemente rispetto al programma di centrodestra,
 sottoscritto anche da lui quando ci siamo presentati uniti alle elezioni.
È lui il dopo Berlusconi se vi tutela e rappresenta le vostre istanze?
Ma quale dopo Berlusconi? Se mi ha fatto tutte queste domande su Berlusconi, per giunta
 a riguardo di un governo di cui neppure facciamo parte, vuol dire che il presidente è
 ancora centrale nella politica italiana. O no?


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