domenica 8 aprile 2018

Maurtizio Blondet - Il gas nervino? Una Tachipirina e ti passa tutto. E in Siria acqua e Ventolin contro le bombe al cloro



(MB: Sull’ennesimo false flag dell’attacco al cloro inSiria, mi limito a copiaree  incollare due articoli  impareggiabili)
Mauro Bottarelli 8 aprile 2018

…..Ora veniamo alla cronaca, al mondo là fuori. Alla Germania, ad esempio e all’incubo rinnovato del camion bomba. Non era un jihadista. Né un foreign fighter. Né un immigrato radicalizzato. Era tedesco. Tedeschissimo, pare. In compenso, però, era matto. E noto alle autorità proprio per le sue turbe psichiche. Quindi, mezzo copione è stato rispettato. E il risultato ottenuto: per qualche ora, la psicosi Isis è tornata in grande stile anche in Germania, il messaggio è arrivato a chi di dovere, se sarà così intelligente e amante del quieto vivere da capire. Tanto più che, nella loro infinita bontà tipica del potere di nuova generazione, quello che imbonisce con i “like” e non punisce o incarcera, gli agenti provocatori del caso hanno aperto anche uno straordinario varco di condivisione del beneficio per le autorità tedesche: pare – e dico pare – che il nostro attentatore con turbe psichiche avesse contatti con ambienti di estrema destra. E quando hai una novantina di esponenti di Alternative fur Deutschland al Bundestag, intenzionati a farti un’opposizione da sorci verdi, l’occasione appare davvero ghiotta per una bella criminalizzazione ad hoc. Vediamo un po’ come proseguirà il cammino per il consorzio Nord Stream 2, dopo la forse incauta concessione da parte dell’esecutivo di Grosse Koalition di tutti i permessi per la costruzione, giubilata prima a tempo di record dal Dipartimento di Stato USA, pronto alle sanzioni verso le aziende che vi partecipino e poi dall’house organ della CIA in Germania, quella Bild che non più tardi di venerdì scorso ha attaccato con toni da character assassination l’ex ministro degli Esteri, Sigmar Gabriel, definito troppo filo-Cremlino. Magari, ci sarà un ripensamento. O, quantomeno, un bel ritardo logistico nei lavori...

Ma se in Germania il copione è stato rispettato a metà, in Siria invece è andata in scena la rappresentazione perfetta e pedissequa di quanto il ministeri degli Esteri russo va denunciando da almeno tre settimane abbondanti , prima con i portavoce e poi con Serghei Lavrov in persona: i ribelli starebbero preparando un attacco chimico del quale incolpare il regime di Assad, ottenendo così il famoso attraversamento della “linea rossa” tracciata da Barack Obama e valida anche per la casa Bianca sotto guida Trump. Casualmente, l’attacco chimico è arrivato oggi a Duma, dove una settantina di persone – fra cui, come da ulteriore copione, molti bambini e donne – avrebbero problemi respiratori a causa dell’utilizzo di bombe al cloro da parte dell’aviazione siriana, intenzionata a stanare del tutto le ultime sacche di ribelli. Prima erano intossicati, al Tg5 delle 13 era diventati cadaveri: come al solito, si brancola nel buio. Anzi, nelle balle dell’Osservatorio per i diritti umani in Siria, informatissimo avendo sede a Coventry che notoriamente è a poche fermate di tram dal centro di Damasco.
Sempre casualmente, poi, l’attacco è arrivato a stretto giro di posta rispetto all’intenzione resa nota la scorsa settimana da Donald Trump di ritirare le truppe USA dalla Siria, “qualcun altro di occuperà della situazione nel Paese”, ha detto il commander-in-chief. Classico gioco delle parti, visto che la stampa statunitense ha subito reso noto come il Pentagono fosse nettamente contrario alla scelta della Casa Bianca, prefigurando l’ennesimo scontro fra presidente e generali. Et voilà, ecco il casus belli in base al quale diverrà immorale abbandonare la Siria e il popolo siriano alle mattanze chimiche di Assad e dei russi suoi alleati. Eh già, perché nonostante il fuso orario e il fatto che fosse la notte fra sabato e domenica, solitamente dedicata a sbronze e mignotte, al Dipartimento di Stato hanno dimostrato di essere efficienti a livello svizzero: il comunicato di condanna dell’accaduto, ovviamente senza il minimo dubbio rispetto all’attribuzione dell’accaduto, è arrivato che le bombe erano ancora in volo e, guarda caso, la lunghezza dello stesso e l’attacco diretto anche verso la Russia, ritenuta complice operativa delle offensive chimiche di Assad, parla la lingua di un documento pronto da giorni che attendeva solo di essere pubblicato.
E chi ha parlato da subito di deliberato bombardamento con armi vietate da parte dell’aviazione di Damasco? Gli “Elmetti bianchi”, ovvero il Circo Barnum del jihadismo siriano, il Circle du Soleil dell’insurrezionalismo salafita e, soprattutto, il braccio operativo e da effetti speciali del Dipartimento di Stato, della CIA, del MI6 e del Mossad e di chiunque abbia interesse a giocare nell’ombra in Siria. A tempo di record, la Rete è stata invasa da fotografie e filmati di ospedali presi d’assalto da gente in preda a convulsioni e crisi respiratorie, ovviamente con una maggioranza di bambini meravigliosamente in favore di telecamera: ma, mi sovviene un dubbio, a fronte di un potenziale attacco chimico, non occorrerebbe prendere qualche precauzione nell’avvicinarsi e nel trattare le persone esposte? Com’è che sono tutti a mani nude e in braghette corte, quasi li avessero convocati d’urgenza sul set, mentre andavano a fare jogging o in spiaggia?
E dopo la scoperta dell’antidoto contro il gas nervino di cui sono depositari in quel tempio della medicina e della ricerca che è l’ospedale inglese di Salisbury, dove l’ex spia russa e la figlia sono tornati miracolosamente in forma smagliante – immagino grazie a flebo di fisiologica, Tachipirina e tanto amore delle infermiere -, ecco che dai video giunti dalla Siria scopriamo che contro le bombe al cloro basta sciacquarsi con l’acqua e inalare un po’ di Ventolin, come per una normale crisi d’asma da fieno! Non ci credete? Guardate qui, roba che l’accoppiata da Oscar formata da Steven Spielberg e Carlo Rambaldi viene immediatamente ridimensionata al rango del dilettantismo da fiera di paese.
Ora, quando finirà questa farsa globale? E me lo chiedo mettendo da parte l’ironia, perché quando si arriva a questi livelli di pantomima – che accomunano il Deep State USA quanto l’accoppiata delirante formata da Theresa May e Boris Johnson – significa che è la disperazione a menare le danze, quindi si è pronti a tutto. Anche al proverbiale passo più lungo della gamba. D’altronde, i mercati stanno lanciando segnali inequivocabili di fine della festa, ancorché silenziati dalla narrativa ufficiale dei media riguardo la ripresa globale sostenuta e sincronizzata: i picchi continui del Libor, l’esplosione ad orologeria del caso Facebook e della crociata anti-Amazon di Trump per cercare di far sgonfiare la bolla FANG senza contagiare gli altri indici, la curva dei rendimenti USA sempre più piatta, la BCE che nell’ultima settimana di marzo raddoppia gli acquisti di bond corporate, portandoli al 22% del totale.
E ancora, la guerra commerciale con la Cina come extrema ratio per “stimolare” il famoso shock esterno che potrebbe giustificare un cambio di passo della FED e il ritorno al QE, i fronti di guerra sempre più dilatati, estremi e asimmetrici per mantenere aperta la porta d’emergenza del warfare, la Bank of Japan che tocca il record di acquisti di ETF e, contemporaneamente, inibisce letteralmente il trading di debito nipponico ad altri soggetti esterni. Serve altro per giustificare l’impazzimento cui stiamo assistendo da qualche settimana fra Londra e Washington? Cosa accadrà adesso? Donald Trump sparerà ancora qualche Tomahawk a cazzo come l’altra volta, un vero must nei casi di utilizzo di armi chimiche in Siria? Oppure andrà sul pesante, ovvero lascerà mano libera ai pazzi che albergano al Pentagono, incorrendo questa volta nella non più emendabile o rimandabile risposta militare russa? Quale punto di non ritorno si sta cercando di approcciare, in questi giorni di impazzimento generale?
(Il resto su Rischio Calcolato:

Non ci sono più le armi chimiche di una volta: la pace sospesa tra tragedia e farsa …

(di David Rossi)
Tutto comincia nel luglio 2010, non su un ponte sospeso sul nulla al confine tra le Potenze Occidentali e il nemico del “Secolo Breve”, la Russia, ma nelle asettiche salette dell’Aeroporto di Vienna1, quando le delegazioni di Washington e del Cremlino, allora “teleguidate” da Obama e Medvedev, si scambiarono, come ai vecchi tempi, due gruppi di “ospiti non graditi”, già arrestati come spie al servizio (quando non al soldo…) di un Paese straniero. Dieci a quattro: forse, il Cremlino era stato più bravo della CIA nell’infiltrare “cimici umane” negli Stati Uniti o forse era stato meno scaltro nel cercarne a casa propria, dato che se ne vide restituire tante di più.
Restiamo a Vienna per leggere, a fine marzo 2018, la dichiarazione del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, rilasciata a mezzo di Twitter all’indomani dell’espulsione di un centinaio di diplomatici russi da parte degli Stati europei, la quale, oltre a insistere sulla politica di neutralità austriaca, propone l’Austria come pontiere tra Est e Ovest. Si astiene dal cacciare le feluche senza ricorrere all’escamotage del richiamo per consultazioni dell’ambasciatore, come fatto – tra gli altri – dal Portogallo ma aderendo alla dichiarazione di solidarietà al Regno Unito sottoscritta dal Consiglio europeo.
Da Vienna mi sposto a Berna. La Svizzera, negli stessi giorni, non fa nemmeno quello: si limita a dichiararsi pronta a reagire “al termine delle indagini condotte dall’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche”2. Già, a quanto pare dalle parti di Berna si preferisce dare credito a un’analisi internazionale e indipendente del grave episodio di Salisbury. Intanto, il presidente della Duma di Stato russa è stato accolto con tutti gli onori…3
Da Berna a Londra: qualcuno sa se al direttivo che guida la Confederazione sono arrivate le voci circa il rapido miglioramento delle condizioni di salute di papà Skripal e della figlia Yulia? Chissà se sanno che – lungi dal venire messi in quarantena in modo scientifico – gli animali domestici della famiglia dell’ex spia e contro-spia russa sono stati chiusi nella loro abitazione, probabilmente senza acqua né cibo, dato che i maialini d’India sono morti di sete e uno dei gatti è stato soppresso “perché troppo agitato”. È andata meglio ai due target del gas Novichok, cioè Sergey e Yulia, se è vero che in queste ore la ragazza si intrattiene in lunghe conversazioni con i parenti (forse senza troppa privacy, se è vero che chi scrive e chi legge probabilmente le ha ascoltate…) e sia lei sia il babbo stanno talmente bene che con un Tweet il ministro degli esteri di Sua Maestà, Boris Johnson, si complimenta col servizio sanitario britannico per gli ottimi standard raggiunti. Forse su con quest’ultima dichiarazione l’ex sindaco di Londra e apostolo della BREXIT ha davvero un po’… esagerato.
Ironia a parte, resta il fatto che il gas nervino probabilmente usato nella casa non è riuscito ad uccidere nemmeno due roditori da meno di un etto l’uno.
Da Londra a Minsk, non a Mosca. Ci viene voglia di dipingere uno scenario: la procace Anna Vasil’evna Kuščenko, in arte Chapman, si reca per un periodo in Bielorussia, il più fedele alleato di Mosca, e qualcuno la manda a dormire in un ospedale di Minsk somministrandole un agente nervino in passato sintetizzato nel Regno Unito. Facendolo, inquina un intero quartiere a macchia di leopardo. Secondo voi, come reagiscono Lukashenko e Putin? Si limitano a espellere una cinquantina di diplomatici britannici? O portano il mondo sull’orlo di una crisi paragonabile solo a quelle di Berlino nel 1948, di Suez nel 1956 e di Cuba nel 1962?
Già, a ben vedere quello di cui si parla – se dimostrato – è un atto di guerra, non un semplice crimine internazionale, dato che fino ad oggi nessun governo ha fatto uso delle armi chimiche al di fuori di un contesto bellico internazionale, salvo i casi di guerra civile o attentati terroristici. Francamente, se il governo britannico ha le prove e aspetta solo di farsele confermare da un’organizzazione internazionale terza, allora che senso ha tenere in piedi le relazioni diplomatiche con la Russia?
Diciamolo apertamente: a parti invertite, Mosca avrebbe preteso la consegna dei responsabili, a costo di violare la sovranità territoriale del Regno Unito.
Ciò detto, chi scrive se ne torna in Italia a godersi lo spettacolo gratuito del teatrino della politica. Mentre il mondo rischia di bruciare, l’orchestrina da noi suona sempre un motivetto.

3 Da notare anche la prudenza di Israele: secondo un portavoce del governo, “Israel views with gravity the event which took place in Great Britain and condemns it vigorously. We hope that the international community will cooperate in order to avoid such further events”---


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