giovedì 31 marzo 2011

Il Vicario Apostolico di Tripoli denuncia i "raid umanitari NATO": 40 morti civili!

LE VITTIME DEI RAID NATO - Il vicario apostolico di Tripoli, mons. Martinelli ha intanto denunciato i morti a Tripoli a causa dei bombardamenti aerei. «I raid cosiddetti umanitari - ha dichiarato Martinelli all'agenzia Fides - hanno fatto decine di vittime tra i civili in alcuni quartieri di Tripoli. Ho raccolto diverse testimonianze di persone degne di fede al riguardo. In particolare, nel quartiere di Buslim, a causa dei bombardamenti, è crollata un'abitazione civile, provocando la morte di 40 persone». «Se è vero che i bombardamenti sembrano alquanto mirati, è pur vero - denuncia mons. Martinelli - che colpendo obiettivi militari, che si trovano in mezzo a quartiere civili, si coinvolge anche la popolazione». La Nato, dal canto suo, ha deciso di aprire un'inchiesta sulla vicenda per verificare l'accaduto e le eventuali responsabilità. A darne l'annuncio è stato direttamente il generale Charles Bouchard, che ha assunto il comando di tutte le operazioni in Libia dopo il passaggio della responsabilità della missione dalla coalizione dei volenterosi all'Alleanza. Passaggio deciso nei giorni scorsi e formalizzato alle 8 di questa mattina.

PS: Se lo dice "lui"..........

31/03/2011 06:11
6.11 Un numero ancora imprecisato di agenti della Cia da diverse settimane sta operando in Libia per cercare di aiutare i ribelli che si battono per far cadere il regime di Gheddafi. Lo scrive il sito del New York Times, poco dopo la diffusione della notizia che lo stesso Obama avrebbe autorizzato missioni segrete di intelligence in territorio libico. Gli agenti, durante i contatti con gli insorti, stanno cercando di capire chi siano i loro leader.

PS: Se lo ammette"lui"......

31/03/2011 20:08
Questa sera, durante il Tg5, ha parlato un talebano di Alqaida, il quale ha ammesso, che insieme ad altri talebani , stà combattendo in Libia contro il Rais Gheddafi, nelle file degli insorti.

PS: Due conti: Obama ammette che già da tempo uomini della CIA sono in Libia ( ...a prendere il sole invernale!). Il Vicario Apostolico del Vaticano denuncia i raid umanitari su Tripoli che causano 40 morti civili(.......bombe intelligenti lanciate da persone stupide). In diretta parla il Talebano e la presenza degli stessi nelle file degli insorti.

PSbis: Se lo dicono loro......
Un saluto da Umberto Marabese.

Gheddafi: “La Libia può finire fuori controllo”

Gheddafi: “La Libia può finire fuori controllo” . La Nato prende il comando delle operazioni
Questa mattina la Nato ha preso ufficialmente il comando delle operazioni in Libia. E mentre gli alleati discutono se armare i ribelli, tra gli scenari possibili usciti dalla conferenza di Londra c’è quello di un esilio per Gheddafi, soluzione su cui si è detto d’accordo anche Franco Frattini. Intanto sul fronte militare gli insorti hanno perso posizioni e le forze pro Gheddafi hanno riconquistato sia il sito petrolifero di Ras Lanuf, sia la città di Brega, nell’est della Libia. Anche se questa mattina gli insorti sono di nuovo diretti verso la città per tentare di riprenderne il controllo. La Gran Bretagna prende le distanze dal ministro degli esteri libico Koussa, che ieri si è dimesso ed è fuggito a Londra: “Non gli abbiamo promesso alcun salvacondotto”. Questa mattina la Nato ha preso ufficialmente il comando delle operazioni. In serata un motopesca italiano con tre persone a bordo era scomparso al largo di Bengasi, ma l’allarme è rientrato.

La cronaca del 31 marzo 2011

16.34 – Magistrati scozzesi vogliono interrogare Koussa su Lockerbie

I magistrati scozzesi intendono interrogare l’ex ministro degli Esteri libico Moussa Koussa in merito all’attentato al volo Pan Am 103 sui cieli della cittadina di Lockerbie, nel quale, nel dicembre del 1988 rimasero uccise 270. persone. Lo riferisce il quotidiano britannico Guardian. Koussa si è dimesso dal suo incarico e ieri si è rifugiato in Gran Bretagna affermando di non voler più collaborare con il regime del colonnello Gheddafi.

16.14 – Da questa mattina 90 voli Nato sui cieli libici

“Da questa mattina la Nato ha condotto già più di 90 voli e sortite. Disponiamo inoltre di oltre 100 aerei caccia e 12 fregate messe a disposizione da 7 nazioni tutte sotto il mio comando, in grado di agire se necessario”. Lo ha dichiarato il generale canadese Charles Bouchard, a capo delle operazioni militari Nato nell’ambito dell’operazione Unified Protector, per l’esecuzione della risoluzione Onu 1973 nei confronti della Libia. Durante la conferenza stampa tenuta al Joint Force Command di Napoli-Bagnoli, Bouchard ha confermato che da questa mattina la Nato è responsabile per l’intera operazione Unified Protector: “La transizione del comando alle forze della coalizione è avvenuta senza soluzione di continuità e senza problemi: è un giorno storico per l’Alleanza, sono state rimarcate la velocità e l’agilità con la quale la Nato riesce ad agire, e che rappresentano il suo futuro”, ha aggiunto Bouchard. Il mandato di cui la Nato si fa carico rispecchierà fedelmente quanto previsto dalla risoluzione Onu, .......
continua......

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/26/libia-gli-insorti-conquistano-al-ajbadiya-parigi-soluzione-dipl

PS: Un articolo-articolato che racconta la storia di "una nazione sovrana et indipendente", bombardata da Francia, USA e GB per salvare i civili libici: se li uccide la NATO_ONU è molto meglio......e l'Italia? Infatti, per il nostro mancato "bambardamento umanitario", sono molto delusi i leader  del centro-sinistra, D'Alema, Franceschini e Bersani, Nichi Vendola, Casini, Rutelli, Fini, di Pietro e sopratutto quella brava persona del Presidente Giorgio Napolitano.
Da quanto l'articolo racconta, oggi ci sono stati centinaia di voli dei "volenterosi"ma niente bombe intelligenti: era ora!
Un caro saluto da Umberto Marabese.

Il Pd scarica Castellani e Viale C/S e carica Nicotra C/D.

Nessuno spazio per l'esponente radicale. Lepri (Pd): "Non ha rispettato le nostre regole". E il socialista Nicotra sceglie il centrosinistra.

Nessuno ha il coraggio di dirglielo in faccia, eppure il Partito democratico sta facendo di tutto per scaricare gli ingombranti cugini radicali.
Per mesi gli esponenti più rappresentativi dell'associazione Adelaide Aglietta (emanazione di Radicali Italiani a Torino) hanno lavorato fianco a fianco con l'ex sindaco Valentino Castellani per presentare alle prossime amministrative la lista Idee per Torino, che Piero Fassino sta in ogni modo tentando di tenere fuori dalla contesa (e ci è quasi riuscito), promettendo uno spazio di rappresentanza a una sua delegazione nella lista del Pd. Tutti, tranne Silvio Viale, il cui nome è già stato cassato dalla segreteria provinciale, perché candidato alle primarie senza raccogliere le firme necessarie all'interno del partito, com'è toccato fare a Fassino e Davide Gariglio. «E’ una questione di regole, lui non le ha accettate, riconsegnando di fatto la nostra tessera – dice il consigliere regionale Stefano Lepri, esponente dell’area cattolica del Pd, che aggiunge – visto che al nostro partito non si accede attraverso una porta girevole, il caso per me è chiuso». Per la serie “Non vogliamo la tua lista, non vogliamo te, ma siamo un partito aperto.
L’indisponibilità dei democratici ad accogliere Viale l'ha ribadita, seppur in modo indiretto, anche la segretaria provinciale Paola Bragantini, che in una riunione cui era presente anche il fassiniano Giancarlo Quagliotti ha prospettato a lui e Igor Boni (altro esponente di spicco dei radicali torinesi, nella foto a destra) una candidatura all'interno della lista Torino Laica Libertaria e Socialista, cui sta lavorando il Psi e all'interno della quale confluiranno anche alcuni esponenti dei Socialisti e Liberali di Riccardo Nicotra, decisi a saltare (per ora) il fosso dopo una lunga militanza nel centrodestra, riabbracciando quel che resta degli eredi del Garofano. Una proposta rispedita al mittente da chi non ha nessuna intenzione di imbarcarsi in una "Rosa nel Pugno in sedicesimo" come l'ha definita proprio Boni. Intanto il tempo stringe e pare che per gli esponenti radicali non ci sia spazio.
Questa sera Castellani & co si incontreranno per fare il punto della situazione e con ogni probabilità non resterà loro altro che prendere atto della conclusione ingloriosa di un'esperienza che ha tentato di rappresentare una prospettiva di novità all’interno del centrosinistra torinese. Chi volesse, però, potrà giocare il ruolo di ospite, più o meno desiderato, nella lista Pd. Ovviamente, tranne Viale.

PS: Certamente non siamo in un momento bello della politica torinese, specchio che riflette quella nazionale. No a Castellani (ex sindaco DS-Pd), no a Viale (Radicale "rosa nel pugno" alleato in Parlamento alle ultime elezioni politiche al Pd) che cercavano, almeno nelle loro intenzioni di portare una ventata nuova di politica, no alla FDS, colpa di Chieppa che "avrebbe accettato persino di diventare Presidente della X circoscrizione......
Tutto lecito, tutto legale da parte del Pd: ma perchè scaricare formazioni di centro-sinistra e caricare quelle provenienti dal centro-destra? .........poi chiederanno il "voto utile" ai vetero-comunisti, per sbarrare la strada ai barbari del centro-destra: sicuri che il "ricatto", ormai opsoleto, funzioni ancora? 
Un saluto da Umberto Marabese.

mercoledì 30 marzo 2011

Assenteisti in Sala Rossa:L'ira di Chiamparino,"Spero non li rieleggano".

 
Toprino: per quattro volte salta il numero legale in Consiglio. di Andrea Rossi.
 
Alla quarta volta in ventiquattro ore il sindaco Sergio Chiamparino non ci ha più visto. Si è alzato di scatto dalla sua poltrona. «Non riesco nemmeno a trovare le parole. Spero che qualcuno ne tenga conto quando sarà ora di decidere chi candidare». Un messaggio nemmeno troppo velato, consegnato a Piero Fassino, suo aspirante successore, e soprattutto ai segretari dei partiti della maggioranza, che stanno chiudendo le liste per le comunali. L’avvertimento lascia pochi spazi alle interpretazioni: chi in questi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, si è dato alla macchia, provocando i ripetuti crolli del numero legale in Consiglio comunale, non merita di tornare in Sala Rossa. E se i partiti non faranno la loro parte, il sindaco farà appello direttamente ai cittadini: «Se lo ricordino quando dovranno indicare le preferenze: non è difficile individuare gli assenti ingiustificati o a causa di doppi e tripli incarichi».
È furioso, il sindaco. Figurarsi l’assessore all’Urbanistica Mario Viano, che tra lunedì - numero legale caduto due volte - e ieri - due sedute convocate e mai iniziate perché l’aula era semivuota - ha visto sfumare la possibilità di approvare la mole di provvedimenti in rampa di lancio. Totale: circa 40 tra delibere e varianti, più altre nove in calendario oggi. Ce ne sarebbero state altre, se ieri in giunta il sindaco non si fosse messo di traverso. «Basta così. Questi provvedimenti non potrebbero essere approvati, non c’è il tempo, tanto vale che se ne occupi la prossima amministrazione».
Già, oggi è l’ultimo giorno di Consiglio comunale. E ieri Viano ha dovuto disertare la giunta. Dalle nove del mattino ha presidiato la commissione Urbanistica, imponendo una maratona di quasi sei ore, facendo lo slalom tra consiglieri che entravano e uscivano manco fosse una......
continua.... 
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/395594/

PS: Mi spiace Signor Sindaco Sergio Chiamparino, purtroppo non c'è mai fine al peggio. Stia tranquillo, non perda la salute, l'' On. Piero Fassino, non solo li candiderà, ma qualcuno verrà anche premiato con qualche assessorato, qualche partecipata, qualche Presidenza di Commissione. Un saluto da Umberto Marabese.


Consiglieri di Circoscrizione:"Chiamparino, aridateci i gettoni (...in € )"

Stara promuove una class action per recuperare gli emolumenti soppressi dalla finanziaria. Destra e sinistra uniti a batter cassa. In caso di vittoria Palazzo Civico dovrà sborsare oltre 500 mila euro.

I tanto bistrattati consiglieri di circoscrizione si organizzano e intraprendono una iniziativa giudiziaria per vedere riconosciuti i propri diritti. Una vera e propria class action, coordinata dal presidente della circoscrizione II Andrea Stara, che la scorsa settimana, con una missiva del 23 marzo, annuncia ai rappresentanti dei quartieri torinesi l'avvio di un ricorso al Tar per ottenere i gettoni negati dal settembre 2010 a febbraio 2011: “Chiunque può decidere se aderirvi o meno” si legge nella comunicazione inviata dallo studio legale di Vittorio Del Monte, con sede in corso Vittorio Emanuele a Torino.
L’ultima manovra finanziaria del governo, infatti, aveva imposto l’abolizione del gettone di presenza dei consiglieri di circoscrizione in nome dei tanto sbandierati tagli ai costi della politica, salvo poi ripristinarlo attraverso il cosiddetto Milleproroghe, approvato il mese scorso. Ma i rimborsi che non sono stati elargiti in questo lasso di tempo? “Devono esserci riconosciuti” dicono i ricorrenti. Alla circoscrizione 2 hanno già firmato tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, e ora la missiva è stata inviata anche agli  eletti negli altri quartieri torinesi. Un'iniziativa dal forte sapore politico prima che giudiziario, a poche settimane dalle elezioni amministrative nelle quali verranno rinnovati tutti i dieci consigli circoscrizionali oltre che l'assemblea cittadina.

Quanto accaduto mette in luce ancora una volta le contraddizioni legate alle circoscrizioni torinesi: poche deleghe, un budget risibile, ma in compenso un numero significativo di “galoppini” della politica, pronti a battere il proprio territorio.....
continua.....
http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=2&id=1180

PS: Io chiederei anche un radoppio del TFR tipo quello che la "zarina" Bresso e la sua ex maggioranza di centro-sinistra, si votarono come ultimo regalo: non un mese per ogni anno, ma bensì due mesi. Due conti: cinque anni di duri sacrifici economici con un miserabile stipendio e vari rimborsi( da 12 a 15.000€ al mese = 720.000 a 900.00€ ) + 2 mesi di TFR x 5 anni= 10 mesi per 12/15.000€ =120.000 a 150.00€ = 840.000 a 1.050.00€ per cinque anni i Regione!
Alla faccia della crisi!
Un saluto da Umberto Marabese.

martedì 29 marzo 2011

Pd Torino: "Tutti mi cercano....ma nessuno mi vuole"!

Democratici in panne bussano alla porta di Chiamparino. Probabile ticket Dealessandri-Curti. Fassino freddo sulla lista di Castellani-

A rapporto ieri dal sindaco Sergio Chiamparino, la segretaria provinciale del Partito democratico Paola Bragantini e il capogruppo in Sala Rossa Andrea Giorgis.

Al centro del rendez-vous serotino è il busillis ricorrente da settimane: chi sarà il capolista del Pd? La società civile, vera o presunta, non ha ceduto alle lusinghe di Giorgis, che pure si è prodigato non poco per garantire alla lista una testa di alto profilo. Così prende piede l’ipotesi di una capolistatura politica: si vocifera dell’attuale assessore Ilda Curti (donna, giovane e chic) magari in tandem con il vice sindaco Tom Dealessandri, uomo capace di garantire con la riconosciuta autorevolezza il funzionamento della macchina comunale. Sempre che gli assessori uscenti, in odore di riconferma, siano costretti a passare dalle urne, ma anche questo è un nodo non ancora sciolto definitivamente. Proprio per questo è stata convocata una segreteria provinciale per giovedì nella quale si discuterà di tutti i temi sul tappeto.

A proposito di società civile, l’ex sindaco Valentino Castellani continua a premere su via San Francesco d'Assisi per poter presentare la sua formazione, Idee Per Torino, promossa assieme ai Radicali, ma riscontrando ancora una volta grande ffreddezza da parte dell’ex ministro che prima di concedere il suo lasciapassare vuole conoscerne i nomi. Chiaro il discorso di Fassino: “O si tratta di uomini e donne capaci di intercettare una parte dell’elettorato di centrodestra, oppure non se ne fa nulla”. Inutile, secondo il ragionamento del candidato sindaco di centrosinistra, indispettire un alleato fedele come i Moderati e gli stessi dirigenti del Pd, che peraltro già sarebbero sul piede di guerra dopo aver saputo che l’intero establishment democratico si mobiliterà venerdì 15 aprile per l’apertura della campagna elettorale del popolar-morgandiano Stefano Lo Russo (nel parterre de roi la segretaria provinciale Bragantini, quello regionale Gianfranco Morgando, il presidente della Provincia Antonio Saitta, Fassino). "Se vanno da lui andranno anche dagli altri" taglia corto un candidato.

Nella giornata di ieri si registra, inoltre, l'appello dei parlamentari Stefano Esposito e Mauro Marino nei confronti dell'assessore al bilancio Gianguido Passoni, il principale candidato della sinistra torinese alle primarie. «Riteniamo opportuno che si candidi nella lista del Partito Democratico alle prossime amministrative» hanno annunciato i due. Invito declinato a strettissimo giro: «Non mi candido nelle liste del Pd - spiega Passoni - Il 3 aprile Torino Bene Comune incontra Piero Fassino per proporre il contributo di idee della Sinistra torinese al programma del candidato Sindaco». Un altro segnale dello scarsissimo appeal di un partito che quando tenta di aprirsi a nuove esperienze appare maldestro e impacciato.

PS: Tempi duri per il Pd, è riuscito a scontentare tutti, sinistra, centro-sinistra e società civile: non sarà per caso che ha sbagliato "qualcosina"? Sbagliare è umano....comtiniuare......!
Un saluto da Umberto Marabese.

Last minute di Chiamparino: 30 varianti al Piano Regolatore.

Ostruzionismo del Carroccio: migliaia di emendamenti per bloccare le varianti al Piano regolatore. “Un colpo di mano del centrosinistra alla vigilia delle elezioni”.

Ultimi fuochi in Sala Rossa, già in campagna elettorale in vista dell’appuntamento con le urne del 15 e 16 maggio prossimi. La Lega Nord ha presentato più di 2.600 emendamenti alle 30 varianti al Piano regolatore che l’assessore all’Urbanistica Mario Viano ha deciso di portare all’approvazione de Consiglio comunale.

«Si tratta di un’azione vergognosa, indecente - ha attaccato il capogruppo del Carroccio Mario Brescia -. Presentare trenta varianti da far passare negli ultimi tre giorni di Consiglio Comunale è come fare una sorta di colpo di mano sottobanco per ridisegnare la città con un mini piano regolatore. Un comportamento da parte della giunta, del sindaco e dell’assessore, che è inqualificabile. I cittadini devono sapere che gli attuali amministratori prima di lasciare il posto che hanno occupato per dieci anni tentano di sconvolgere la città in appena due giorni. Non è accettabile».

Da qui la decisione di mettere in atto l’ostruzionismo in aula. «Per questa ragione – ha aggiunto Brescia – abbiamo presentato gli emendamenti, nel tentativo di bloccare un vero e proprio colpo di mano. Pensiamo che un comportamento più corretto sarebbe stato quello di fermarsi un momento, sedersi attorno a un tavolo, e discutere di queste varianti che di fatto ridisegnano la città. Ma, forse, la correttezza non è tra le prima qualità di questa amministrazione».

Infine dal consigliere Antonello Angeleri la stoccata al vetriolo. «Certo che da oggi in poi i cittadini avranno ben chiaro chi sia il vero cementificatore della città, non la Lega Nord, ma la giunta guidata dal sindaco Chiamparino».
 
PS: Da iscritto a SEL mi auguro che il nostro Gruppo Consigliare in Sala Rossa (Consiglio Comunale TO), non voti questa imposizione di Chiamparino. Certo che lo stesso deve in qualche modo "ringraziare" qualcuno e "invogliare" qualcun'altro a votare Fassino. Sono certo che  non sarebbe un buon avvio per un forza politica come SEL nata per la trasparenza sopratutto sulle cose pubbliche, presentarsi alle elezioni del 15/16 maggio con queste referenziali. Il tempo dei leader è cambiato ed e pur cambiato l'attenzione dei cittadini nei confronti delle forze politiche nel momento del voto:era ora!
Un saluto da Umberto Marabese.



lunedì 28 marzo 2011

destra o sinistra, i figl i" so piezz' e core": di tutto e di più per una poltrona!

Trasversali agli schieramenti, i rampolli dei politici casalinghi si prepararano a scendere in campo sulle orme dei loro genitori.

Non chiamateli raccomandati. La carica dei "figli di", trasversale agli schieramenti politici, è pronta per sottoporsi al responso delle urne. In un mondo, quello politico, dove non ci si può più fidare di nessuno e nel quale non esistono candidati impresentabili, i capibastone di molti partiti tentano di rafforzarsi inserendo i propri rampolli nelle caselle sensibili dello scacchiere politico sabaudo.
Lo fece cinque anni fa il parlamentare Udc, Deodato Scanderebech, capace di far eleggere la figlia Federica in Sala Rossa, nonostante l’exploit di Sergio Chiamparino e la débâcle del suo avversario, Rocco Buttiglione. Ci riproverà quest'anno e probabilmente sarà di nuovo un trionfo. Non andò altrettanto bene all'onorevole Gaetano Porcino (Italia dei Valori), che lo scorso anno sostenne il figlio Giovanni nelle sfortunate (per loro) elezioni regionali: le porte di Palazzo Lascaris si chiusero per una manciata di voti, ma "Chi la dura la vince" devono aver pensato i Porcini e così la creatura sarà ancora una volta in lista per le prossime comunali, con ottime possibilità di diventare consigliere.
Mario Carossa, capogruppo della Lega Nord al Consiglio regionale, spedisce in campo la figlia Michela, dopo una carriera spesa dietro le quinte, tra partito e segreteria di Roberto Cota, al piano nobile di piazza Castello. La vorrebbe candidata presidente nella circoscrizione 8, quella di San Salvario e probabilmente la spunterà. Nel Partito democratico, infine, spicca il nome della "fassinianissima" Silvana Sanlorenzo, figlia di Dino, ex parlamentare e presidente del Consiglio regionale nelle file di Pci e Pds: sarà il perno dello staff di Piero Fassino.
Della famiglia Gallo è stato ampiamente detto. Dei rampolli del capostipite, il socialista craxiano Salvatore, già consigliere comunale e dirigente Sitaf, uno, Stefano, cerca il bis a Palazzo di Città, l'altro, Raffaele, agogna una presidenza di circoscrizione.
La politica, però, è anche in grado di spaccare alcune famiglie: vedi il caso dei fratelli Domenico e Gaetano Mangone: il primo assessore Pd della giunta Chiamparino, si sottoporrà alle urne, rincorrendo una difficile riconferma nella squadra di governo cittadina, il secondo verrà candidato dall’Idv per un posto in Sala Rossa. Tra i due, non pare scorra ottimo sangue.

PS: Un limpido esempio di cosa si fa pur di diventare o far diventare consigliere comunale": i capi "bastone"(genitori o parenti stretti...) fanno scendere nell'arena del Circo Equestre(...inteso proprio come animale...) i rampolli , pieni di buone idee e speranze. Se eletti, promettono, si batteranno fino allo spasimo finchè i cittadini(un po' citrulli....)ai quali chiedono il voto e glielo danno, abbiamo un posto di lavoro (flessibile, precario e mal pagato...) sanità ad alto livello medico(totalmente a pagamento...), meno tasse ( da 1 milione di € in sù....) ma sopratutto daranno l'anima per aumentarsi lo stipendo e il relativo TFR a fine consigliatura! 
Un saluto da Umberto Marabese.

Effetto Libia-Nucleare: Sarkò e Merkel perdono le elezioni.

Europa: perdono le destre
Male Sarkò e male la Merkel.Male anche la vecchia SPD tedesca. E’ questo il responso delle urne in questa tornata amministrativa  franco-tedesca. In Francia i socialisti potranno contare sicuramente su 60 dipartimenti (ne avevano 58),... In Francia i socialisti potranno contare sicuramente su 60 dipartimenti (ne avevano 58), altri due dovrebbero essere garantiti e un terzo secondo Le Monde appare probabile (tutto dipende da qualche eletto indipendente).
Sulla base dei risultati ormai definitivi il PS conquista il 36%, l’UMP del presidente Sarkozy il 18% e il FN della signora Le Pen l’11,1%(con eletti in appena due dipartimenti). Molto bassa l’affluenza alle urne:53%.
Molte male la SPD in Germania, ma la disfatta storica la incassa  la signora  Merkel in Baden-Wuerttemberg, la più ricca regione del Paese: erano 58 anni che la CDU governava a Stoccarda.L’altra sorpresa è il trionfo dei verdi, arrivati addirittura al 25%; hanno superato, di poco ovviamente, l’SPD, e quindi quale primo partito guideranno il prossimo governo regionale.I dati ufficiali parlano chiaro: la CDU scende dal 44,2 al 39,1%, mentre gli ecologisti sono saltati dall’11,7 al 24%,  la SPD rimane un partito traumatizzato: nonostante la disfatta dei rivali conservatori è riuscita a perdere voti , dal 25,2 precipita al 23,2%.
Anche in Renania-Palatinato la SPD ha subito un tracollo, dal 45% al 36%, anche qui li hanno salvati i verdi, pasati dal 4 al 15%. Il partito della signora Merkel ha guadagnato, ma non abbastanza da insidiare la coalizione rosso verde. Siccome è andato male anche l’altro partito di sinistra, quello guidato da Oskar Lafontaine, che si attesta intorno a un 3% nazionale, si può dire che oggi la guida della sinistra tedesca sono i verdi.
Molti commentatori non hanno perso l’occasione per sottolineare il peso degli eventi nipponici sul voto. ( E ci mancherebbe pure che non pesassero).

PS: Un forte aiuto dagli elettori franco-tedeschi, un incitamento a cacciare qualoro i quali credono di essere "Dio in terra" e poter disporre della vita degli altri come e quando lo vogliono. Gridano al "lupo, al lupo..." e poi essi stessi azzannano tutto e tutti. Cacciamoli e portiamo a governare il mondo  una  famosa frase detta 2011 anni fa....." ama il prossimo tuo come testesso, fa al tuo prossimo quello che vorresti fosse fatto a te".
Qualcuno mi ha gia fatto presente che quella persona è stata crocefissa: certamente, vuol dire che ha toccato il nervo sensibile di chi comanda.
Un saluto da Umberto Marabese.

Bilancio Piemonte: conti in "rosso", regione "al verde".


La cifra è di quelle da capogiro: 620 milioni. A tanto ammonterebbe il disavanzo nel bilancio della Regione. Il condizionale è d’obbligo, giacché proprio in queste ore si attendono i responsi degli esperti chiamati a scandagliare i conti di piazza Castello. Toccherà a Kpmg, società multinazionale olandese specializzata nella revisione di bilancio, ad Angelo Rughetti presidente del consiglio direttivo di Ifel, fondazione per la finanza locale emanazione dell’Anci e, per quanto concerne la spinosa questione dei derivati, lo studio dell’avvocato milanese Tommaso Iaquinta, rivelare se e quanto sono fondati i rumors che si rincorrono negli ultimi giorni nei palazzi del governo regionale.......
Nonostante la consegna del silenzio imposta dal presidente Roberto Cota, dalla task force allestita per affrontare la situazione trapela un clima di grande preoccupazione. In un recente summit con i consulenti, riunione a cui hanno preso parte il governatore, la titolare del Bilancio Giovanna Quaglia, le colleghe Maccanti e Ferrero, il direttore Sergio Rolando, il capo di gabinetto Luciano Conterno e il braccio destro di Cota Beppe Cortese, sono emersi dati a dir poco allarmanti. Il rosso di 620 milioni sarebbe stato originato dal sovradimensionamento delle entrate, sistematico negli anni con un picco nel 2010, dal livello crescente dei debiti e da una stima sballata nelle anticipazioni di cassa per circa 510 milioni. A ciò si aggiunge la mancata “conciliazione” tra la Regione e il comparto della Sanità, nella cui pancia nessuno sa cosa ci sia realmente nelle Asl e nelle Aso.
Insomma, se prima la situazione era difficile ora appare drammatica. E poiché il rimpallo delle responsabilità è gioco usuale nella polemica politica, ha il sapore della difesa preventiva la dichiarazione di Mercedes Bresso dell’altro giorno. L’ex presidente nell’esprimere «grande preoccupazione sulla prossima chiusura dei conti regionali», ha messo le mani avanti. «Sarà difficile sostenere responsabilità altrui – ha rimarcato la zarina - considerato che il bilancio di previsione 2010 è stato approvato dall’attuale Giunta il 1° giugno scorso con un significativo aumento di spesa e di indebitamento, lo stesso andamento è stato poi confermato nell’assestamento di bilancio votato in Consiglio regionale il 3 agosto dell’anno passato». Parole che hanno suscitato la stizzita reazione dell’assessore Quaglia: «Le uniche dichiarazioni ufficiali che la presidente Bresso dovrebbe fare sono le scuse ai cittadini piemontesi per il bilancio falsato che ha lasciato in eredità al Piemonte. Non possiamo accettare questo tipo di atteggiamento da chi attraverso artifizi contabili ha cercato di mascherare il disavanzo provocato dalla sua amministrazione. Mi riferisco in particolare all’ultimo atto della Giunta Bresso, che il 29 marzo 2010 con una delibera ha dato il via alla cancellazione di impegni per 707.828.118,53 milioni di euro». La guerra è solo agli inizi.

PS: Come è ormai noto a tutti, dal 1948 in poi, il governo che di volta in volta vince le elezioni, accusa il precedente di aver fatto disastri economici e di aver lasciato "un buco"nei conti pubblici. Certamente, in piena crisi economica, tale cifre  sembrano inverosimili, non potendo e volendo fare previsioni azzardate, seguirò attentamente questo dibattito e cercherò di  tenervi  informati.
Una sola cosa è certa: alla fine, come sempre, paghiamo noi, e non coloro i quali votando tali delibere ne hanno tutte le colpe.
Un saluto da Umberto Marabese.

domenica 27 marzo 2011

Libia, appello di Papa Benedetto XVI contro le armi.

27/03/2011  12:34   : Papa Benedetto XVI contro le armi.
12.34 "Un accorato appello agli organismi internazionali e a quanti hanno responsabilità politiche per l'immediato avvio di un dialogo che sospenda l'uso delle armi" in Libia. E' l'invito lanciato da Papa Benedetto XVI dopo la preghiera dell'Angelus. "Di fronte alle notizie sempre più drammatiche che provengono dalla Libia - ha continuato - cresce la mia trepidazione per la popolazione". Poi il Papa ha chiesto che anche in Medio Oriente sia cercata la via del dialogo.

27/marzo 2011  11:42 : Con Gino Strada contro la guerra.
La guerra comporta morti, feriti, sofferenze enormi.
La guerra non assolve mai gli obiettivi prefissati: a dieci anni dall’invasione dell’Afghanistan, Bin Laden non è stato catturato; la guerra d’Iraq, è  iniziata il 20 marzo 2003 e conclusa formalmente solo da Obama il il 31 agosto 2010 senza riuscire a stabilizzare la situazione né mai è stata  trovata traccia delle armi chimiche indicate come sicure dagli strateghi Usa; anche in Libia, come nei casi precedenti, all’inizio si è parlato di “guerra lampo” ma i fatti stanno dimostrando che non sarà così.
La guerra conviene, ma non ai cittadini. Visto che si continuano a sprecare i nostri soldi per comprare aerei sempre più costosi (10,5 milioni di euro ciascuno) quanto inutili e per partecipare alle azioni di guerra.
La guerra moderna è sempre preceduta da un periodo di tempo nel quale si sarebbe potuto fare qualcosa (diplomaticamente, economicamente, politicamente) per evitare una situazione di crisi democratica, ma si è fatto esattamente il contrario. E’ successo con i Talebani e Saddam Hussein (sostenuti dagli USA), con Gheddafi, Mubarak e Ben Alì (sostenuti e alimentati economicamente anche dall’Italia) e con Teodoro Obiang, Idriss Deby e gli altri dittatori ancora sostenuti dai USA e da molti Paesi europei.....continua.....
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/27/con-gino-contro-le-certezze-della-guerra/100447/

27 marzo 2011:  09.42   :Ecco cosa significa questa guerra. di Giulietto Chiesa. 
A proposito delle favole sulla presunta intenzione di “aiutare i civili minacciati dai bombardamenti”.
Questo lo scrive la favolosa Bbc, sotto il titolo: “In guerra. I ribelli libici riconquistano una città-chiave
“Forse, alla fine dei conti, i bombardamenti aerei saranno sufficienti a invertire la situazione. I ribelli libici hanno riconquistato la città-chiave di Ajdabiya dopo sette giorni di bombardamenti della coalizione. Aerei alleati hanno eliminato i carri armati attorno alla città e hanno fornito copertura all’avanzata dei ribelli.
Un reporter della Bbc ha contato circa 20 carri armati e veicoli armati, sui quali la gente danzava e cantava ‘Grazie Obama’ e ‘Grazie Cameron’. Il colonnello Gheddafi, nel frattempo, ha elevato di grado tutti i membri dell’esercito e dalle forze di polizia”.
Fine del dispaccio che, chi vuole, può trovare qui.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/27/ecco-cosa-significa-questa-guerra/100415/

27 marzo 201  Se l'occidente si crede Dio. di Massimo Fini.
Nei bei tempi andati le Potenze quando volevano una cosa mandavano le cannoniere e se la prendevano. Era un metodo brutale ma, almeno, intellettualmente onesto. Oggi noi ci vergogniamo di fare la guerra. Una società che si è inventata uno “Statuto dei diritti degli animali” e dove se dai una pedata a un cane puoi finire in galera (l’unico modo di rispettare un cane è trattarlo da cane, altrimenti è lui a non rispettarti) non può permettersela. Naturalmente le guerre si fanno lo stesso, perché sono parte della storia dell’uomo, ma con cattiva coscienza pensando di salvarsi l’anima chiamandole con altri nomi: operazioni di polizia internazionale, di “peace keeping”, missioni in difesa dei “diritti umani”.
Con i “diritti umani” nell’Occidente liberale, democratico, illuminista, non si scherza. In nome loro siamo disposti a fare delle vere carneficine. Siamo i nuovi Robin Hood, cavalieri senza macchia e senza paura che difendono i Deboli contro i Forti, il Bene contro il Male che per noi è sempre Assoluto e non può avere dalla sua ragione alcuna. L’Occidente si è sostituito a Dio e amministra la Giustizia Universale, attraverso una sua polizia internazionale chiamata Nato alla cui testa c’è un Paese dalla morale specchiatissima, il vero faro della “cultura superiore”, l’unico ad aver sganciato l’Atomica, il solo ad avere.......continua.....
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/26/se-l%e2%80%99occidente-si-crede-dio/100175/

PS: Forza, Presidente Giorgio Napolitano, manca solo Lei a chiedere il "cessate le armi e aprire un dialogo!
Un saluto da Umberto Marabese.

Chiamparino, dopo "solo" tredici anni, inaugura il "PalaFuksas".

L'archistar è stato il grande assente (anche nel nome): " Dal sindaco non ho ricevuto neanche una chiamata". di Emanuela Minucci.
torino, 27 marzo 2011
Sono passati tredici anni. Chiamparino ha fatto in tempo a succedere a Castellani e a raddoppiare il mandato. E il Palafuksas, in tutto questo tempo, è stato sempre lì. Vuoto e inquieto (per le sue plurime incerte destinazioni d’uso), ma comunque lì: dalla gettata delle fondamenta al brindisi di ieri si sono succeduti tre consigli comunali, un’Olimpiade, infinite polemiche. Al Professore è subentrato «il Chiampa», alla Tessore (che lì dentro voleva il Museo del Cioccolato) si è sostituito Alessandro Altamura, da sempre sostenitore del ritorno, nella lampada di Aladino di Porta Pila, dei negozi. Commercianti sfrattati alla fine dei Novanta dall’orribile capannone in amianto sulle cui ceneri è nato il nuovo, avveniristico edificio in acciaio e vetro.

Solo un protagonista è rimasto lo stesso, in questa lunga telenovela, inossidabile come il Ridge di Beautiful: il mega-architetto Massimiliano Fuksas (guai a chiamarlo archistar): incaricato nel ‘97, ha amato e difeso molto la sua opera ed è venuto a Torino più volte in questi tredici anni per seguire il cantiere. Bene. Lui, ieri, era il Grande Assente. Insomma si è inaugurato il Palafuksas (in realtà oggi il nuovo nome è Palatino) e mancava proprio lui, Fuksas.

Dietro la sua assenza una piccola, grande polemica. «Non sono venuto semplicemente perché non mi hanno invitato: e le dico la verità, sono un po’ amareggiato......
continua.....

PS: E pensare che all'Aquila i cittadini e il "primo cittadino"si lamentano che dopo due/tre anni non è stato ancora ricostruito completamente quello che il terremoto ha devastato. Bastava chiamare  la Sala Rossa(sede del Consiglio comunale di Torino) e tutto si risolveva in poco tempo. Lo stà a dimostrare  il fatto che gli ultimi due Sindaci di Torino, Prof. Castellani per tre anni e per dieci anni "IL  Chiampa", hanno saputo ricostruire a "porta Pila"( mercato storico di Torino) il centro commerciale in soli tredici anni!
E poi hanno il coraggio di  criticare  i piemontesi  chiamandoli " i bugia nen"!
Un saluto da Umberto Marabese

sabato 26 marzo 2011

AAA cercasi "bombardieri" per bombardare la Gran Bretania.

 
Scontri a Londra, proteste contro i tagli LONDRA - Oltre 500.000 britannici sono scesi in piazza oggi nel centro di Londra per protestare contro le misure di austerity, rispondendo in massa all'appello lanciato dai sindacati. "La partecipazione è oltre ogni previsione. E' fantastico", ha detto il segretario generale del sindacato Unite, Len McCluskey. "C'é una rabbia papabile in questo Paese e centinaia di migliaia di persone sono venute qui per esprimerla. Secondo la polizia ci sarebbe quasi mezzo milione di persone", ha aggiunto. I manifestanti protestano contro i tagli alla spesa pubblica, l'aumento della disoccupazione, gli aumenti delle tasse e le riforme delle pensioni.
FERITI TRA I MANIFESTANTI - Nella grande marcia di protesta a Londra contro i tagli decisi dal governo di David Cameron una decina di manifestanti sono rimasti feriti. Lo ha detto Scotland Yard. Secondo la polizia 12 manifestanti sono stati medicati per ferite leggere mentre due sarebbero più gravi ma non in pericolo di vita. A fronte di 500 mila persone secondo.....
continua.....
 
PS: Cercasi "cacia bombardieri per guerra di solidarietà"in difesa dei  cittadini Londinesi perseguitati dalla Polizia inglese. Si accettano richieste di volantari per creare una "zona neutra" contro le atrocità dei poliziotti per far si che i cittadini ribaltino il Governo e caccino Camerum!
Alle armi! Alle armi: sembra, purtroppo, abbiano rifiutato i famosi "pacisisti" Giorgio Napolitano, Frattini e La Russa, D'Alema e Bersani, Fini - Rutelli e Casini, Di Pietro e persino, dicono voci dalla puglia,  Nichi Vendola!

Appello a Vendola:Afghanistan, civili uccisi per errore!

Un appello a colui che fino ad oggi è stato la mia guida politica: "Nichi Vendola, staccati da tutti coloro che con la scusa delle "guerre umanitarie", assassinano civili inermi, o sarai anche tu un loro collaboratore delle "bombe intelligenti".
(ANSA) - KABUL, 26 MAR - Un numero imprecisato di civili sono morti ieri durante una operazione ieri dell'Isaf contro un comandante talebano nella provincia meridionale afghana di Helmand. Lo ha reso noto la stessa Isaf a Kabul. L'incidente, indica un comunicato, e' accaduto quando le forze di sicurezza hanno chiesto un bombardamento aereo di due veicoli che si riteneva trasportassero il comandante talebano e i suoi uomini, ma che invece avevano a bordo dei civili. Sulla vicenda e' stata aperta un'inchiesta.
 PS: Tutti coloro i quali sono d'accordo sulla guerra in Libia, cosa ne pensano di questo nuovo "assassinio di civili"? L' ONU, la NATO, e tutte le nazioni chene fanno parte, tutti i Governi , tutti i partiti, anche Lei Presidente Giorgio Napolitano, anche Lei Benedetto XVI :Vergognatevi!
Un saluto da Umberto Marabese.

venerdì 25 marzo 2011

Lettera aperta al Presidente Napolitano.

Ill.mo Presidente,
è con animo dolente e preoccupato che scrivo questa lettera aperta. Non nutro alcuna speranza che essa possa giungere sino a Lei, ma forse arriverà ad orecchie del Suo staff, forse troverà, oh quanto mi illudo, animi appena sensibili verso qualche motivo della stessa. Ad ogni modo, serve a me stesso sconcertato, come milioni di italiani, dalle vicende del nostro Paese. Presidente, assisto sgomento a ripetuti strappi e violazioni della nostra Carta costituzionale e a nulla valgono gli appelli, da Lei lanciati con fervore e passione, all’unità di popolo, alla concordia, alla difesa dei valori, ancor più nell’infuocata temperie che stiamo attraversando, se concretamente non si arresta la deriva in corso.
No, per una volta, non di scuola né di università, intendo parlare, né di Giustizia, per carità!, ma della Costituzione. Lei certamente non ha bisogno di un piccolo giurista come colui che Le sta scrivendo, per ricordare che la Costituzione o si prende in blocco o non la si prende. Non intendo essere petulante, mi perdoni Presidente, ma la guerra è guerra. E poiché è una cosa abominevole e facile da comprendere è fastidioso discettare quando un atto è ascrivibile a guerra o no. Bombardare porti è guerra; bombardare città e infrastrutture è guerra; abbattere aerei stranieri è atto di guerra. Quando altre nazioni attaccano un altro Stato e quando muoiono civili e militari è guerra. I miei figli dinanzi alle immagini dei Tg esclamano: “Papà, la guerra!”, invece Lei e il Presidente del Consiglio dei ministri affermate, con piglio che non ammette repliche, che così non è. Avrete, Voi, alte cariche dello Stato, eccellenti ragioni per sostenere che l’Italia non stia partecipando a una guerra, vogliate però spiegarle senza far perdere il senso comune ai cittadini. Perché le ipocrite formule come “no-fly zone” o altre del passato come “intervento di polizia internazionale” sono state, sono e saranno per il futuro comodissimi alibi per superare gli argini costituzionali posti dai nostri padri costituenti.
E le ragioni umanitarie, che sovente ricorrono e giustamente si invocano, non possono valere di volta in volta, secondo valutazioni interessate di questa o di quella potenza dell’opulento Occidente e per questo o quel lembo del mondo e non per altri.
Oggi il profondo e vasto inquinamento della politica e delle istituzioni sta allontanando sempre di più i cittadini dalla partecipazione alla vita democratica, perché si fa largo l’idea della violazione costante, sistematica di un altro principio, quello sancito dall’art. 54: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. E tutti abbiamo il dovere di restituire dignità alla politica e alle istituzioni.
Presidente, in Italia, oggi, si è persino smarrito il significato delle parole: la democrazia si esporta, mentre ci hanno insegnato e ci insegnano che sono le merci ad essere esportate; i militari, con armi in pugno, che sparano, uccidono, bombardano, sono denominati pacificatori; chiamano modernità la barbarie del precariato che brucia il futuro di intere generazioni di giovani; vorrebbero insegnarci la vera giustizia ma in realtà si tratta dell’impunità per corrotti e mafiosi.
A volte, mi sembra davvero di esser precipitato dentro le pagine di 1984 di George Orwell, e trovarmi dinanzi al famigerato Ministero della Verità a leggere i suoi tre slogan:
La guerra è pace
La libertà è schiavitù
L’ignoranza è forza
La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, lo lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”
. Sono parole semplici, ma vibranti, sono di Piero Calamandrei. Milioni di italiani seguono questo insegnamento, ma da soli non ce la fanno. Non ce la facciamo, Presidente.
Presidente Napolitano, ci rassicuri, ci conforti, ci dica che siamo ancora cittadini della Repubblica Italiana, quella democratica, nata nel 1948 dalla liberazione dal nazifascismo. Dica qualcosa Presidente… o prima o poi, e non si stupisca di ciò, ci verrà in mente di chiederci: Presidente, sì, ma di quale Repubblica?
Con ossequio.
Un cittadino sgomento
 Un saluto da Umberto Marabese

giovedì 24 marzo 2011

Sfida all’ultimo voto tra gli ex Popolari nel Pd.

Le elezioni comunali sono il banco di prova per l’area cattolica del Pd. Gariglio punta a soffiare la leadership a Morgando e il primo a lasciarci le penne potrebbe essere il coordinatore Lo Russo.

Resurrezione o canto del cigno? Le prossime amministrative torinesi potrebbero rappresentare l’ultima vera chance di riscatto per la componente cattolica del Partito democratico, poi le strade per molti di loro potrebbero separarsi. Il malessere che attraversa la schiera degli ex Popolari è palpabile e ogni dichiarazione in cui si ribadisce fedeltà al Pd ha il sapore della excusatio non petita. Allora, dopo la non brillante prova di Davide Gariglio alle scorse primarie e le recenti defezioni dell’ex vice segretario regionale, Mariano Rabino e dell’europarlamentare Gianluca Susta. le urne di maggio prossimo sono il vero banco di prova in cui si misureranno consistenza elettorale e agibilità interna al partito.

Con gli ultimi frammenti dell’ex Margherita rimasti si stanno organizzando per vendere cara la pelle: un risultato positivo potrebbe ridar loro fiducia, un’altra Caporetto potrebbe provocare un esodo di massa. Sono due i personaggi più attivi in questo momento: il segretario regionale Gianfranco Morgando, negli ultini giorni ridestatosi dal torpore (si è dato un gran daffare per  designare Ugo Dallolio a sindaco di San Mauro Torinese) e, ovviamente, Gariglio. Il primo ha in Stefano Lo Russo, consigliere comunale uscente e coordinatore della segreteria, la sua punta di diamante. Per lui sarà, però, una campagna elettorale accidentata, perché non potrà più contare sul sostegno di due esponenti importanti, titolari in proprio o tramite Stefano Lepri, di consistenti pacchetti di voti: Domenica Genisio, decisa a rincorrere un secondo mandato in Sala Rossa nonostante il pressing di Morgando per farla desistere, e il golden boy del Pd, Daniele Valle (foto), classe 1983, consigliere circoscrizionale alla 3, segretario provinciale dei Giovani democratici.....
continua.....
http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=2&id=1150

PS: Certamente non è un bel vedere la resa dei conti in SEL e nel Pd, ramo Popolari. Tutto questo va a favore del centro/destra, anche se pure da loro non c'è tanto da ridere.
Un saluto da Umberto Marabese.

Per una poltrona, a Torino tutti ai "piedi" del Pd.

Nel centrosinistra si cerca l'intesa con Fds.
Come si dice, un sigaro e una croce di cavaliere non si negano a nessuno. E neppure un titolo di presidente, fosse anche di un quartiere periferico della città. Sarà per i 3 mila euro mensili, più qualche piccolo benefit, e lo scampolo di gloria per vedere il proprio nome stampato sulla scheda elettorale, fatto sta che la lista degli aspiranti presidenti di Circoscrizione è parecchio affollata, in entrambi gli schieramenti.
Nel centrosinistra l’accordo tra Partito democratico e Federazione della sinistra è ancora in alto mare. I due partiti si studiano, ma non si scoprono. La segretaria del Pd Paola Bragantini ha fatto sapere che il nome dell’ex consigliere regionale Vincenzo Chieppa come candidato presidente della circoscrizione 10 non è gradito, i comunisti stanno vagliando altre possibilità. L’intesa prevede l’alleanza in tutte e dieci le circoscrizioni torinesi e una presidenza per Fds a Mirafiori.
“E’ una necessità cui non si può fare a meno, altrimenti si rischia di perdere almeno due o tre circoscrizioni” spiega una fonte all’'interno del Pd; e sulla stessa linea pare iniziare a convergere anche Sinistra in Rete, all’inizio parecchio scettica, purché il nome del candidato sia condiviso da tutta la coalizione. Intanto, proprio dalle circoscrizioni, emerge un’altra grana: gli alleati battono cassa: i Moderati, nel caso di una corsa......
continua..... 
http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=5&id=1147

PS: Come volevasi dimostrare, aTorino per una poltrona ad una Circoscrizione, tutti "zerbinati"ai piedi del Pd-Fassino-Bragantino. Perfino il " puro e duro " Chieppa(PdCI) cerca in cambio dei voti della FdS una poltrona. Lo stesso fa SEL, che pur si accappararsene una, è pronta a vendere la FIOM e i lavoratori della ex Carrozzeria Bertone e presentarsi alla competezione elettorale  con i sostenitori della guerra in Libia e di Marchionne!
E come dice spesso Emilio Fede: "Che figura di m...a!
Un saluto da Umberto Marabese.


mercoledì 23 marzo 2011

Libia: l'occidente protegge solo se stesso. di Massimo Fini.

La NATO è assente: chi e per chi bombardano città e civili?
È bastato seguire per pochi minuti i talk-show, conditi di analisti politici, esperti militari e a vario titolo, giornalisti, che si sono succeduti sabato pomeriggio dopo la notizia che i Mirage francesi avevano preso il volo verso la Libia, per capire che l’attacco dei Paesi occidentali aveva poco o nulla a che fare con la salvaguardia dei civili colpiti dalla furia del dittatore di Tripoli. Vi si parlava dell’obiettivo della Francia di affermare una propria primazia nel Mediterraneo, degli Stati Uniti che, sorpresi dall’anticipo alle operazioni dato da Sarkozy, hanno lanciato poco dopo dalle loro navi 110 missili Tomahawk per far capire che rimangono comunque loro ad avere il bastone del comando, dell’interesse della Gran Bretagna a recuperare le posizioni perdute nel 1970 quando Gheddafi cacciò, oltre a 20 mila italiani che facevano, in genere, i ristoratori o i negozianti, anche le aziende petrolifere inglesi, della necessità che l’Italia assumesse “una parte attiva” nell’attacco per poi avere pari titolo a partecipare con gli altri al business della ricostruzione (che è il nuovo sport occidentale: distruggere un Paese per poi lucrare sugli affari che ne seguono, come è avvenuto in Afghanistan e in Iraq).

Dei civili libici si erano dimenticati tutti. Ogni tanto qualcuno, in un residuo di pudore, ne faceva cenno, ma si passava subito oltre. Le questioni interessanti erano altre. Uno scenario disgustoso che peraltro rifletteva quanto stava accadendo sul terreno. Una “no-fly zone”, ammesso che sia legittima, prevede che i caccia pattuglino il cielo per impedire che gli aerei  militari del Paese colpito da questa sanzione si alzino in volo (che è quanto hanno fatto, finora, correttamente, i nostri Tornado e che, se dobbiamo dar credito a Berlusconi, e questa volta glielo vogliamo dare, continueranno a fare), non che vengano colpiti con dei missili mezzi di terra e tantomeno edifici militari o paramilitari. In Libia è in atto una guerra civile.......
continua....
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/23/l%e2%80%99occidente-protegge-se-stesso/99366/


PS:.........Nel 1999, mentre la Nato bombardava la Serbia facendo 5.500 vittime civili (di cui 500 fra gli albanesi che voleva proteggere), alcuni parlamentari leghisti si recarono a Belgrado a fare gli “scudi umani”, per protesta. E la Lega è stata sempre molto tiepida, od ostile, sulla missione in Afghanistan. Una rottura così clamorosa in un dibattito in cui non si decideva il destino della “sora Lella” ma una questione di fondamentale importanza avrebbe potuto provocare una grave crisi nella maggioranza e forse la caduta del governo. E che cosa fa invece il Pd, erede di un pacifismo a volte stomachevole (“meglio rossi che morti”)? Si improvvisa in un muscolare quanto improbabile guerriero, e corre in soccorso del Cavaliere. E allora, se siete così deficienti, vi meritate Berlusconi in saecula saeculorum.
Amen: un saluto da Umberto Marabese

Vaticano in subbuglio:Perchè vogliono il celibato?

Perchè vogliono il celibato?
La curia non riesce a impedire  il dibattito sul celibato. Questa volta è stato l’arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, a riproporre la necessità di discuterne, e il nuovo prefetto della congregazione per il clero, il cardinale Piacenza, gli ha subito chiuso la porta in faccia. Ma anche Shoenborn è un principe della chiesa. Abbiamo così voluto sentire l’opinione di uno dei teologi moralisti più apprezzati in Italia, il professor Giannino Piana. Partendo da una domanda molto semplce: il celibato dei sacerdoti ha un fondamento teologico?
“Assolutamente no, per il semplice fatto che il celibato è stato introdotto nella chiesa catolica latina esclusivamente per motivi pastorali e giuridici, non ha mai comportato un problema teologico il fatto che ci fossero preti sposati nelle chiese cattoliche orientali e che a loro fossero affidate le loro comunità.”
Si potrebbe pensare a un celibato opzionale?
“Sì, certamente. Si potrebbe pensare di cominciare ordinando persone sposate, persone che hanno dimostrato nella loro vita e con la loro vita una capacità di guida e attaccamento ai valori cristiani. Ma poi si dovrebbe passare necessariamente ad un sistema simile a quello che vige nelle chiese cattoliche orientali, dove i preti che vivono a contatto con la comunità cristiana sono sposati, mentre quelli che scelgono liberamente il celibato possono essere assegnati ad altri compiti, chiamiamoli più profetici, comunque non  esclusivamente di servizio all’interno della comunità.”
Perchè la resistenza a superare il celibato è così forte?
” Si può facilmente pensare che cambiare dopo tanti secoli può preoccupare, magari qualcuno teme problemi di rapporto con la comunità dei fedeli, ma io credo che il problema principale sia un altro: il clero sposato sarebbe più autonomo, più vicino al sentire comune diffuso nella comunità e questo potrebbe portarlo a dissentire dalle posizioni dottrinali espresse dalla gerarchia.”

 PS: Si ribellanoi tunisini, insorgono gli egiziani, rivoluzionari in Libia, massacri in Yemen e Baharen........era ora che in Vaticano qualcuno alzasse la voce!
Chi li bombarda per primo?
Un saluto da Umberto Marabese

martedì 22 marzo 2011

Ex Bertone: SEL (TO) con la FIOM o con Fassino?

Fiat congela il piano di rilancio per le officine di Grugliasco: «Proposta Fiom inaccettabile»
Grugliasco (TORINO)
L’investimento da 500 milioni di euro per produrre un modello Maserati nella ex Carrozzeria Bertone, fabbrica feudo della Fiom, è a rischio. La Fiat vuole che anche in questo caso si applichi il contratto già previsto per Mirafiori, ma i metalmeccanici Cgil dicono no.
Prima di arrivare all’interruzione del confronto, l’azienda ha confermato tutte le condizioni per realizzare l’investimento. Circa sei ore di esposizione e una sola di discussione prima di arrivare alla conclusione che al momento non esistono le condizioni per andare avanti. La Fiom, che aveva presentato un documento con le richieste delle Rsu, si è riservata una riflessione con i delegati che convocherà nei prossimi giorni. Quindi, perchè il confronto riprenda dovrà essere la Fiom stessa, che nella fabbrica conta 700 iscritti su 1.095 lavoratori e il 64% dei delegati, a dare qualche segnale di apertura all’azienda.
«Il governo - afferma il ministro al Lavoro, Maurizio Sacconi - segue con attenzione la situazione, auspicando che che gli ulteriori approfondimenti con le Rsu possano condurre a un’intesa unanime. Sarebbe davvero colpevole perdere un’opportunità decisiva per lo stabilimento e per il territorio».
«Bisognerebbe che alla Fiat non prevalessero gli estremismi perchè è possibile raggiungere un’intesa tenendo conto delle richieste dei lavoratori», afferma Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom nazionale.
Favorevoli a un accordo che ricalchi quello di Mirafiori tutti gli altri sindacati, per i quali «l’investimento è un’occasione da non perdere». La Uilm proporrà a Fim e Fismic di raccogliere le firme dei lavoratori per avere il mandato a firmare l’intesa sulla base di quanto proposto dalla Fiat. «Se un domani i 1.100 lavoratori si troveranno senza un lavoro - afferma Vincenzo Aragona, segretario della Fismic piemontese - dovranno dire grazie alla Fiom». Per il segretario generale della Fim torinese, Claudio Chiarle, «i metalmeccanici Cgil dimostrano ancora una volta di non essere in grado di governare e concludere una vertenza».

PS: Siamo alle solite, prima la FIAT fa "morire"la ex Carrozzerie Bertone che ha portato l'Italia in prima fila per le auto disegnate per tutto il mondo; poi la "compra" con un pugno di lenticchie sparando un investimento da 500 milioni di euro per produrre un modello Maserati nella ex Carrozzeria; infine, il colpo di grazia ai dipendenti da quasi un decennio in CIG: o accettate le schiaviste regole di Mirafiori o non se ne fa niente.
Sono curioso di vedere come si comporterà l'Amministrazione Chiamparino-Fassino in vista delle prossime venture elezioni Comunali. Nello stesso tempo, voglio vedere come si comporterà SEL Provinciale che ha lottato per il no al referendum a fianco della FIOM al tempo di Mirafiori: resterà con i lavoratori_FIOM, o si inchinerà a Marchionne-Fassino, pur di avere qualche "poltrona" in Sala Rossa?
Un saluto da Umberto Marabese.


Le "ragioni del no" a questa guerra.

La guerra è già scoppiata, con buona pace del Presidente della Repubblica che la nega, e sarà una guerra ancora una volta fondativa: di nuovi equilibri e di nuovi corsi politici. Nonostante l’attacco alla Libia si ammanti di ragioni umanitarie e progressiste – la difesa dei civili – non si possono omettere domande e considerazioni rilevanti.
La “comunità internazionale” si è accorta solo ora che Gheddafi è un pericolo? che la popolazione civile libica viene umiliata e, ora, massacrata? Perché hanno fatto a gara a stipulare contratti, a vendere armi, a sostenere un regime impresentabile? Gheddafi andava bene fino a quando garantiva commesse petrolifere e bloccava il flusso degli immigrati dal sud al nord e diventa un nemico da eliminare quando la popolazione libica – e non altri! - lo ha messo in crisi e alle strette? E perché intervenire con tale ritardo e non quando Gheddafi era schiacciato all’angolo e chiuso in qualche bunker? Rispondere che dietro tutto questo c’è un ragionamento geopolitico e una spinta al profitto è fin troppo facile. Così come è facile vedere come le potenze occidentali abbiamo ricominciato il loro “piccolo risiko” nordafricano con un gioco di alleanze e competizioni incrociate di cui, stavolta, la vittima sacrificale è l’Italia. Lo scontro diplomatico che si è aperto tra la Farnesina e il Quai d’Orsai lo dimostra con clamore. Gli Usa hanno agito nello stesso modo e l’Italia si è ritrovata al traino di una situazione che non ha voluto e che, anzi, ha cercato di evitare per molto tempo. E mentre il filo-Usa La Russa cerca di sembrare l’allievo modello agli occhi di Washington, Berlusconi mastica amaro perché la guerra è anche contro la sua politica estera e di approvigionamento delle fonti energetiche. Gli Usa lo avevano avvertito più volte e i dispacci resi pubblici da Wikileaks lo avevano confermato: l’amicizia con la Libia non piaceva all’amministrazione statunitense e oggi è venuta l’occasione per regolare un po’ di conti. Come si vede, il destino del popolo libico c’entra poco.

Si va quindi alla guerra ma c’è qualcuno che ha tratto un bilancio serio delle altre guerre umanitarie? Davvero non si vede che l’Afghanistan è terra di nessuno, che l’Iraq è restato un campo di battaglia e che, dopo dieci anni, anche il Kosovo sta per esplodere di nuovo? Gli analisti più seri possono davvero sostenere che la politica, inaugurata agli inizi degli anni 90 da Bush senjor e poi rilanciata da Bush figlio abbia aiutato l’umanità, i popoli, il miglioramento della qualità delle relazioni internazionali? O non sia servita, invece, a migliorare l’approvvigionamento petrolifero degli Usa, e a riequilibrarne per via militare il declino economico? Non solo, ma nessuno sente il bisogno di giustificare l’ipocrisia con cui si aiutano i libici mentre regna l’indifferenza nei confronti di altri popoli e altre repressioni: in Arabia Saudita, in Bahrein, in Siria, nello Yemen o nella stessa Palestina. E che dire dei massacri perpetrati in Africa o nello Sri Lanka. Che dire della situazione indecorosa che regna da anni in Myanmair?....continua....

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/22/le-ragioni-del-no-a-questa-guerra/99104/
 
PS: Nessuna guerra ha "una ragione"!
Un saluto da Umberto Marabese.

Israele:" Noi non siamo di meno di voi e bombardiamo......a prescindere"

Serie di raid israeliani su Gaza,feriti

22/03/2011 05:30

5.30 Almeno 17 persone sono rimaste ferite quando aerei israeliani hanno effettuato almeno 5 raid contro la Striscia di Gaza, colpendo obiettivi collegati a Hamas, il movimento integralista che controlla il territorio. Secondo fonti mediche e vari testimoni, uno degli attacchi è stato diretto contro una caserma della polizia di Hamas. Preso di mira anche un campo di addestramento delle brigate Ezzedine Al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Tra i feriti, vi sono almeno sette donne e due bambini.

La Palestina è fuori moda
Che Gheddafi fosse un tiranno come tanti altri nel mondo, è risaputo. Che si debba ottenere giustizia nei confronti delle oppressioni verso i civili, pure. E anche, magari, mediante la forza e lo spargimento di sangue (anche perché non ricordo alcun diritto rivendicato senza un minimo spargimento di sangue). Ma se giustizia deve essere, dovremmo pensare anche alla giustizia di popoli come quello palestinese che, in tanti decenni di usurpazioni da parte degli israeliani – con la complicità di Usa e dell’Occidente -, ha visto massacri di uomini, donne, vecchi e bambini senza aver mai visto applicare il  pugno di ferro (come quello dell’Onu su Gheddafi) proprio verso Israele.
Anche i giornalisti “si distraggono”. Quei giornalisti che, a comando, denunciano massacri contro il popolo libico, bombardamenti e fosse comuni non documentati, mentre di quello che accade in Palestina, dove i documenti che attestano i massacri invece abbondano, non dicono mai nulla.
L’ultimo articolo su Israele che ricordo di aver letto fu l’intervista a un professore di diritto internazionale di Princeton, Richard Falk, rilasciata al Guardian nel dicembre 2008 dopo essere stato inviato proprio in Israele, come rappresentante delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Ecco cosa disse Falk: ...continua......
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/21/la-palestina-e-fuori-moda/99014/

PS: Giustamente, i maestri dei raid aerei, si sono sentiti dimenticati e allora.........bombardare, a prescindere!
Un saluto da Umberto Marabese.

lunedì 21 marzo 2011

Nichi Vendola:«Se fossi in Parlamento voterei no ai bombardamenti su Tripoli».

Vendola si schiera con il No alle bombe. “L’Onu prevede anche la diplomazia”.
Noi e l´Europa in questi anni siamo stati indifferenti, e complici delle malefatte del dittatore di Tripoli e di tutti i raìs del Mediterraneo.
«La risoluzione dell´Onu contiene vari ingredienti e poteva essere letta in molti modi. Si è scelta la strada più rischiosa riproducendo il ciclo paradossale di impedire il massacro di civili attraverso massacri di civili». Nichi Vendola si schiera decisamente contro l´intervento armato in Libia dopo quelle che erano sembrate delle timide aperture. «Se fossi in Parlamento voterei no ai bombardamenti su Tripoli», dice il leader di Sel e governatore della Puglia. Che annuncia il risveglio del mondo pacifista. «Nelle prossime ore e nei prossimi giorni, quando l´opinioni pubbliche italiana e europea si confronteranno con la realtà, si potrà costruire una mobilitazione su due versanti: contro Gheddafi e contro la guerra».
»continua«
http://www.sinistraecologialiberta.it/articoli/vendola-si-puo-essere-contro-gheddafi-e-per-la-pace

PS: Non pensavo male sul pensiero di Nichi vendola, ma Andreotti dice che"......talvolta pensare male ci s'azzecca....". Ho sbagliato: sono infinitamente felice!

"L'assassino torna sempre sul luogo del delitto".

Per un momento – lungo quanto la tratta Capodichino-Tripoli – accantoniamo la risoluzione 1973 delle United Nations e impariamo a memoria questo testo:
Sai dove s’annida più florido il suol ?
Sai dove sorride più magico il sol ?
Sul mar che ci lega con l’Africa d’or,
la stella d’Italia ci addita un tesor.
Ci addita un tesor!
Tripoli, bel suol d’amore,
ti giunga dolce questa mia canzon!
Sventoli il tricolore
sulle tue torri al rombo del cannon!
Naviga, o corazzata:
benigno è il vento e dolce la stagion.
Tripoli, terra incantata,
sarai italiana al rombo del cannon!

Nell’estate di cento anni fa, il motivetto andava forte. Scritto da un giornalista, la lirica doveva titillare il patriottismo degli italiani freschi di Unità contro il nemico turco, al tempo dominus delle regioni libiche. Tanti i motivi a sostegno dell’italica impresa.
Primo: lo zolfo. L’oro libico, così veniva chiamato per via del colore, sarebbe servito ad alimentare la nascente industria metallurgica (navi e treni), alla produzione di conservanti e fertilizzanti e di molti beni quotidiani come il fiammifero. Era il carburante della gioiosa macchina imperialista, dunque, e andava sottratto alle grinfie della perfida Albione e di Parigi.
Altre cose miracolose, secondo le cronache pretestuose dell’epoca, abitavano la Tripolitania: alberi da frutta “che prendono uno sviluppo spettacoloso”, grano che dà “negli anni medi tre o quattro volte il raccolto dei migliori terreni d’Europa coltivati razionalmente”. Anche il bestiame, nonostante l’abbandono da parte dei turchi, prospera ed “è esportato a centinaia di migliaia di capi”, mentre la “vigna dà grappoli di due o tre chili l’uno”, e i “poponi crescono a grandezze incredibili, a venti e trenta chili per frutto”.
Non solo frutta, verdura ed energia. La retorica di Giolitti arrivò a parlare di “opera umanitaria”, a favore delle popolazioni locali, oppresse dal regime turco. Falso. Per piegare Omar al-Mukhtar, il “Leone del deserto”, fu necessario rinchiudere la popolazione in veri e propri campi di concentramento tenuti insieme da chilometri di fil di ferro. Chi veniva trovato fuori veniva considerato un ribelle e abbattuto, mentre gli spostamenti dei pastori nomadi che non sapevano di carte geografiche e confini tra Libia ed Egitto venivano bloccati dai soldati di Rodolfo Graziani, futuro capo dell’esercito di Salò.
Tra le poche voci dissidenti, due fecero cronaca. Si chiamavano Pietro Nenni e Benito Mussolini, socialisti. «È brigantaggio internazionale, un diversivo per distrarre il paese dal porsi e risolvere i suoi complessi problemi interni», scrissero. Vennero arrestati l’anno successivo, nel 1912, mentre manifestavano contro la guerra e urlavano senza riguardo «La bandiera tricolore è uno straccio da piantare su un mucchio di letame».

PS: Cento anni dopo il lessico ufficiale corregge il termine guerra con «un’azione autorizzata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite» (Giorgio Napolitano).
Un saluto e un "buona primavera" da Umberto Marabese.

domenica 20 marzo 2011

"Tripoli bel sol d'amore, sarai italiana al rombo del cannon....".

ore 16:35
Il presidente della Repubblica: "Non siamo entrati in guerra. Siamo impegnati in un operazione autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu".
Ps: A una certa età, bisogna capirlo; non certo difenderlo o giustificarlo.

Bersani: governo parli con voce unica. Bersani ha sottolineato che l’intervento è "necessario e legale. Necessario -ha precisato- per impedire un massacro dei civili e legale perchè avviene in seguito alle deliberazioni dell’Onu e dell’accordo Ue-Lega araba".
PS: Poverino, finalmente può sentirsi un po' leader: non gli capiterà mai più!

Frattini: risponderemo. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha lanciato un appello all’unità nazionale a sostegno dell’intervento militare contro la Libia: "Non dividiamoci, facciamo vedere che l'Italia è veramente unita in questo momento", ha dichiarato in collegamento telefonico con Domenica Cinque. "Noi - ha spiegato - abbiamo deciso di aderire alla coalizione internazionale con un forte consenso che ci arriva dal Capo dello Stato, da una maggioranza parlamentare molto ampia, che, per una volta , come raramente accade, comprende la maggioranza di governo, ma anche una larga parte dell'opposizione".
PS:  Dicono che mentre si taglia la barba l'hanno sentito cantare...."Tripoli, bel sol d'amore, sarai italiana al rombo del cannon...."!

http://www.ilgiornale.it/interni/napolitano_non_siamo_entrati_guerra_la_lega_vuooe_dibattito/napolitano-lega-libia-guerra-onu/20-03-2011/articolo-id=512677-page=0-comments=1

Un saluto da Umberto Marabese.

"Vuoi mettere, noi assassiniamo meglio"! Parola di Frattini, La Russa, Bersani, D'Alema, Casini, Rutelli, Fini, Giorgio Napolitano!

domenica 20 marzo 2011  ore 13:58
TRIPOLI (Reuters) - Il numero di libici uccisi dai raid aerei occidentali nella notte è salito a 64 rispetto alla cifra fornita dal governo, che era di 48. Lo ha detto oggi un funzionario libico del settore sanitario.
"Delle persone sono morte in seguito alle ferite quindi il bilancio dei morti è salito", ha detto il funzionario, che ha chiesto di restare anonimo.

PS: Sono, ma almeno hanno la benedizione di Frattini, La Russa, Bersani, D'Alema, Casini, Rutelli, Fini e dal presidente Giorgio Napolitano e mi scuso con coloro i quali vorrebbero essere nominati pure loro....ma ho fretta! Sono sicuro che con queste raccomandazioni finiranno tutti in paradiso!
Qualcuno che mi conosce può( e ha ragione) eccepire e rispondermi, "ma voi di sinistra, i vostri pseudi-lider, che fanno?
Mia risposta: schifo!
Un saluto da Umberto Marabese.

Libia: "Questi sinistri personaggi non mi rappresentano più".

Frattini: linea irreversibile. Bersani: sosterremo ruolo Italia

Libia: Napolitano, non cedere a paure (ANSA) - MILANO, 20 MAR - ''Non si deve cedere alle paure, mai.
Immaginiamoci in questo caso''. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rassicura gli italiani sulla crisi in Libia.
Il Capo dello Stato invita a ''evitare allarmismi e anche assolute fantasie che sono soltanto tese a suscitare timori immotivati''. Sosterremo il ruolo dell'Italia, dice il segretario del Pd Pierluigi Bersani, mentre il ministro degli Esteri, Franco Frattini, conferma: la linea del governo,e' ''assolutamente irreversibile''.

PS: Io non mi sento più rappresentato da questi individui schiavi della Nato che si spacciano per i   rappresentanti dell' Unità d'Italia.

Vittorio Sgarbi:"Bombardare oggi è un atto di terrorismo".

...uno spezzone dell'intero articolo .........Illustre Presidente ritengo mio dovere scrivere oggi, per futura me­moria, il mio pensiero sulla vicen­da libica. Non c’è nessuna buona ra­gione per aderire alla posizione dei volenterosi accettando la risoluzio­ne Onu e seguendo la Nato e gli americani. Obama è ancora una volta, come Bush e Clinton, pronto a un’azione militare. Voglio ricor­dare che quando andai la prima vol­ta inLibia prima di violare l’embar­go con un lunghissimo ed estenuan­te viaggio, prima ancora di mostra­re a me e alla mia delegazione i su­blimi siti archeologici di Leptis Ma­gna, di Sabratha, di Cirene, Ghedda­fi ci indirizzò come a un santuario al «museo» cui più teneva: la sua ca­sa bombardata dagli americani, mi pare nel 1987, per tentare di cacciar­lo come vogliono fare ora. Non ci riuscirono, come si è visto. Ma in quella casa morì, con altri libici, an­che la figlia di Gheddafi. La morte di un soldato in guerra è tragica, ma è nelle cose; la morte di un cittadino inerme o di un bambi­no, non è accettabile. Bombardare equivale a un atto di terrorismo: è colpire alla cieca, colpire chi non si può difendere e colpire chi è inno­cente. Far pagare ai cittadini, come con le limitazioni derivate dagli em­barghi, le colpe del dittatore. E non c’è nessuna buona ragione di concedere ad americani e francesi le nostre basi di Gioia del Colle, Trapani, Sigonella. Malta che, con noi è il Paese più vicino e più a rischio, non consentirà l’uso delle basi.Perché l’Italia sì?Sarà op­portuno ricordare che già la Libia ha sopportato un lunghissimo em­bargo e già si era imposta dall’Onu una no fly zone . Ecco perché scrivo ora. Quell’embargo,quella no fly zone io li violai nel 1998 con una impresa temeraria che ful’iniziodello scon­gelamento dei rapporti fra l’Italia e la Libia prima con Prodi e Dini, poi con D’Alema, poi con Berlusconi e ancora con Prodi e con Berlusconi. Tutto il mondo ha assistito a questa evoluzione che ha interessato an­che Francia, Inghilterra e persino l’America. Gheddafi, sempre lo stesso, era diventato buono? No.
Leggi l'intero articolo mandato al Presidente dello Stato seguendo il link:
http://www.ilgiornale.it/esteri/il_commento_io_dico_che_questo__e_conflitto_sbagliato/20-03-2011/articolo-id=512658-page=0-comments=1

PS: Condivido tutto!
Un saluto da Umberto Marabese.

Libia: on. Mantovano(ex MSI), stop alle armi e trattare.

Sottosegretario: io molto meno entusiasta del ministro La Russa

Libia: Mantovano, stop armi e trattare (ANSA) - ROMA, 20 MAR - ''L'Italia e' vincolata all'Onu, ma sull'intervento nutro molte perplessita'''. Lo dice il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che in Libia auspica la deposizione delle armi e la ripresa della trattativa.
''Sono molto meno entusiasta del ministro La Russa - aggiunge - che parla di una nostra partecipazione attiva''. Le perplessita' di Mantovano derivano dal non sapere chi sono gli insorti, senza cosi' poter ''valutare il rischio che puo' arrivare dal terrorismo di matrice Islamica.
PS: Solo al pensiero che un exMSI si erga a baluardo contro una guerra che "nessuno ha avuto il coraggio di dichiarare"(l'ha fatto persino Mussolini in Piazza Navona.....) sono esterefatto! Vergogna!
Un saluto da Umberto Marabese.

sabato 19 marzo 2011

Vergogna: una guerra contro la Costituzione italiana! Napolitano, dove sei?

L’intervento in Libia sembra scivolare inesorabilmente verso la guerra aperta. Con la scusa della protezione dei civili si sta attuando una forte intromissione negli affari interni della Libia, per far pendere la bilancia dal lato degli insorti.
Al di là dell’ipocrisia sulla protezione dei diritti umani, è chiaro che sono determinanti gli interessi dell’Occidente, in particolare delle ex potenze colonialiste Francia e Gran Bretagna, ma anche degli Stati Uniti e dell’Italia, più voltagabbana che mai e che a suo tempo sterminò buona parte della popolazione libica in occasione della sua tardiva avventura coloniale.
Il giochino è sempre lo stesso, già attuato con successo con Saddam Hussein e altri prima di lui: si prende un dittatore, lo si riempie di armamenti, se ne tollerano gli abusi e la repressione per molti anni, salvo poi intervenire militarmente per riaffermare la potenza delle armi con il pretesto della protezione dei diritti umani violati…. In realtà se le potenze occidentali fossero state animate da una genuina volontà democratica avrebbero dovuto dimostrarlo da tempo, e del resto oggi di fronte ai massacri nello Yemen e in Bahrein si limitano a qualche comunicato.
Francia e Gran Bretagna sostengono che Gheddafi abbia violato il cessate il fuoco imposto dalla risoluzione n. 1973, ma in realtà non c’è modo di verificare obiettivamente se questa situazione si sia effettivamente prodotta, data anche l’assenza di osservatori imparziali sul terreno. Non siamo di fronte ad una semplice no-fly zone ma a un’azione militare su larga scala volta a colpire le truppe di terra. Era questo, con ogni evidenza, il vero intento di Francia e Gran Bretagna al di là della fraseologia vaga e indeterminata della risoluzione n. 1973. Sarkozy riscuote in questo senso, con l’esultanza degli insorti libici che inneggiano al suo nome, i dividendi politici dell’azione militare, recuperando in tal modo terreno in Nordafrica dopo aver sostenuto fino all’ultimo il primo dei tiranni arabi a cadere, il tunisino Ben Alì.
Non si può non condividere il giudizio del ministro degli Esteri tedesco Westerwelle, secondo il quale quella degli interventi chirurgicamente mirati è un’altra grossa balla, dato che vittime civili ce ne sono sempre. Quello della “guerra umanitaria” è quindi un crudele e paradossale ossimoro, privo di qualsiasi senso logico, nulla di più…
Particolarmente grave e vergognosa la protezione dell’Italia che, dopo aver coccolato per molti anni Gheddafi scende oggi baldanzosa in campo, non limitandosi ad offrire le proprie basi, il che già sarebbe di per sé grave, ma partecipando attivamente all’azione militare.
Occorre tuttavia rammentare che, nella Costituzione italiana, è presente un art. 11 che contiene il ripudio della guerra. Una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non può evidentemente di per sé travolgere il presidio normativo contenuto in questo articolo, specie se l’azione militare sul terreno tendesse ad assumere, come purtroppo potrebbe verificarsi anche in tempi brevi, le sembianze di una guerra vera e propria.
PS: Vergogna a quei Parlamentari, a quei Partiti, a quei lider-finti, che non vi siete opposti a questa guerra, a voi che tradite la Costituzione e i "patti tra Nazioni sovrane"! VERGOGNA!
Un saluto da Umberto Marabese.

Alla conquista della Libia oggi, non saremo meno di Mussolini ieri?


 Italiani brava gente? Storia di un mito attraverso i massacri tricolori.
Come si sa, i sogni muoiono all’alba. I falsi miti, invece, che a differenza dei sogni possono servire a qualcosa, sono più duri a morire. E infatti, fra le maledizioni che ci accompagnano e che puntualmente si ripresentano quando ci si vuole impedire di ragionare, c’è il vecchio, stantio, insopportabile mito del fante italiano buono e generoso che, a differenza dell’odioso e crudele nemico, sarebbe sempre un modello di umanità, ricco di buoni sentimenti e ottime intenzioni. Insomma, l’avrete capito, la solita solfa dell’italiano brava gente.
Purtroppo, invece, la storia del nostro esercito (come del resto la storia di tutti gli eserciti) è piena di episodi che definire infami e vergognosi è un eufemismo. Dall’Unità di Italia in poi, se si esclude il macello della prima guerra mondiale, l’unica combattuta sul suolo italico nelle terre “irredente”, i nostri soldati hanno continuamente varcato i patrii confini per aggredire popoli e nazioni che non ci avevano neppure dichiarato guerra. E il fatto che dopo l’aggressione l’esercito dovesse quasi sempre rientrare precipitosamente (quando ce la faceva) con le pive nel sacco, lasciando marcire moltitudini di caduti sui campi di battaglia, non toglie nulla alla brutalità dei suoi “interventi”, anche perché, quasi ovunque, sia pure con maggiore o minore frequenza e intensità, si è reso responsabile di crimini di guerra rivolti contro le popolazioni civili. E questo in tutte le fasi dello stato unitario, l’altro ieri con la monarchia liberale, ieri sotto il fascismo, oggi imperante la democrazia repubblicana……..
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=3&ved=0CCgQFjAC&url=http%3A%2F%
PS: E' un articolo un po' lungo ma può far cambiare la nostra visione di cosa "noi italiani" siamo stati capaci per poi fare "mea culpa". "L'assassino torna sempre sul luogo del delitto".
Non perdetelo!
Un caro saluto da Umberto Marabese.

...cittadini, "tre imperativi categorici".......oggi 19/03/2011

Articolo scritto da Furio Colombo, Deputato Pd, giornalista e scrittore.
 
Eccoli che arrivano dal Consiglio dei ministri straordinario, La Russa (Difesa) e Frattini (Esteri). Vengono per informare deputati e senatori (in un’aula di Palazzo Madama) sullo stato di guerra che si sta creando con la Libia. Avete letto bene, la Libia, il Paese a cui siamo legati da un trattato fraterno mai denunciato, mai cancellato. Tanto per ricordare che trattato è, all’art. 4, comma 2 recita: “L’Italia non userà né permetterà l’uso del proprio territorio in qualsiasi atto ostile contro la Libia”. Bene, ora La Russa, il ministro della Difesa, viene a dire a deputati e senatori di una parte e dell’altra che le basi italiane sono a disposizione della Nato. Che ne è stato del Trattato di smodata amicizia con la “Grande Jamahiria popolare e socialista” (così è intestato il trattato)? Non ci crederete, ma solo Emma Bonino, e chi scrive, hanno voluto saperlo. Per non sbagliare, il ministro degli Esteri Franco Frattini profitta della benevola mancanza di curiosità del resto dell’assemblea, senza distinzione di parte.

E salta la risposta. La Russa, bisogna ammetterlo, ha un altro temperamento. È stato colorito, efficace e insistente nel mentire. La domanda era: “Ma come può il governo respingere in mare una nave con 1800 passeggeri, tra cui molte donne e bambini senza alcuna verifica di condizioni e di diritti (per esempio il diritto d’asilo) proprio nelle ore in cui l’Onu dà il via libera a un intervento militare che coinvolgerà tutto il Mediterraneo?”. Il ministro La Russa non esita a dire che “dopo avere accertato che venivano dal Marocco, li abbiamo riforniti di carburante e aiutati a tornare in Marocco”. Dunque una gita, di notte, con il mare forza 6. Solo La Padania potrebbe smentirlo: “Roberto Maroni è riuscito a evitare che sbarcassero a Lampedusa 1800 stranieri della nave marocchina proveniente dalla Libia” (17 marzo). Ecco dunque l’intervento umanitario secondo Maroni: la nave veniva dalla Libia, ed è stata rimandata in Libia dove, se necessario, si può anche bombardare, ma non accogliere esseri umani. Dunque siamo in guerra con la Libia e contro la Libia. Con l’Europa e contro l’Europa. Per salvare gli assediati e per respingerli in mare se riescono a fuggire. Tragici, pericolosi, ridicoli.

PS: Grazie On. Furio Colombo, Lei sa ragionare con la sua testa.
Un saluto da Umberto Marabese.

venerdì 18 marzo 2011

I guerrafondai dell' Italia Unita: "Armiamoci........ e partite".

Rai PD: SI' A ONU, SERVE SCUDO NATO A ITALIA.
Bersani è d'accordo con la risoluzione dell'Onu sulla crisi libica."Nei limiti della risoluzione dell'Onu siamo pronti a sostenere il ruolo attivo dell'Italia", dice il segretario del Pd. Sì anche da D'Alema che però, indica la possibilità di "azioni ritorsive" a danno dell'Italia. "Dobbiamo chiedere -dice l'esponente Pd- che si attivi un dispositivo di protezione della Nato, una rete di sicurezza indispensabile". Sulla Libia, nota, "è evidente" che non si può realizzare alcun tipo di iniziativa "senza il consenso dell'Italia".
D’Alema, “diciamo subito si”.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Nessuna iniziativa in quest'area puo' essere presa senza il consenso dell'Italia. Nessuno puo' pensare di fare nulla se noi non siamo d'accordo. Siamo come un 'passaggio a livello' e quindi occorre dire subito si'". Lo ha detto Massimo D'Alema nel dibattito in commissioni Esteri e Difesa sulle comunicazioni del governo relative alla Libia, rispetto a cio' che si rendera' necessario nell'ambito della missione internazionale indicata dall'Onu e per cui il governo italiano chiede al Parlamento l'autorizzazione.
Bersani:"Alla buon'ora".
Torino, 18 mar. - (Adnkronos) -  La comunita' internazionale ha detto una cosa chiara, e cioe' che a una persona che noi riteniamo criminale e che vogliamo mandare al Tribunale dell'Aja non possiamo permettere di bombardare Bengasi". Cosi' il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, accolto dagli applausi al suo arrivo al Teatro Regio di Torino per la cerimonia dei 150 anni dell'Unita' d'Italia commenta la decisione dell'Onu sulla Libia.

PS: "Sì anche da D'Alema( che ha già fatto esperienza come Primo Ministro al tempo della guerra dei Balcani...) che però, indica la possibilità di "azioni ritorsive" a danno dell'Italia".
....ma perchè mai Gheddafi dovrebbe "fare azioni ritorsive all'Italia", in fin dei conti l'Italia mette a disposizione solo le basi militari, gli aerei, bombe e missili intelligenti, magari anche i piloti (come spera Frattini, LA Russa....).............!
Un saluto da Umberto Marabese